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VENEZIA - Oggi è il compleanno di Filippo Turetta: 22 anni. Come quelli che aveva già compiuto (il 5 maggio) Giulia Cecchettin, quando l’11 novembre tra Vigonovo e Fossò era stata prima sequestrata e poi uccisa dall’ex fidanzato, che quella sera ne aveva pure abbandonato il cadavere e si era quindi dato alla fuga attraverso l’Italia, l’Austria e la Germania, dov’era stato infine arrestato esattamente un mese fa. Una ricorrenza che il giovane di Torreglia trascorre nella casa circondariale di Montorio Veronese, forse cominciando a fare i conti con la propria coscienza, in attesa di assumersi le proprie responsabilità anche di fronte alla legge, ora che oltretutto cominciano le analisi del Ris di Parma sulla sua Fiat Grande Punto: «Chi lo ha incontrato, dice che fa fatica a sostenere lo sguardo e si vergogna molto», riferisce “radio carcere”, molto attenta nel monitorare il comportamento di uno dei detenuti mediaticamente più conosciuti dell’intero penitenziario.
LA GIORNATA
Secondo quanto trapela, Turetta passa anche questo 18 dicembre nella sesta sezione, cioè nell’infermeria dell’istituto scaligero, dove si trova una ventina di carcerati.
LE TRACCE
Attraverso i quotidiani e la tivù, le notizie arrivano anche dentro, pertanto è molto probabile che Turetta abbia saputo del ritorno della sua macchina dalla Germania, dov’era rimasta in custodia della polizia di Halle dal 18 novembre. L’auto nera è nella caserma del Ris di Parma da venerdì sera, quando è arrivata a bordo del camion centinato di un’azienda padovana, specializzata in trasporti delicati di veicoli. Di solito si tratta di precauzioni per bolidi di lusso, invece questa volta le cautele sono state adottate per preservare quella che a tutti gli effetti è la scena del crimine, dato che Giulia era stata accoltellata ed era probabilmente spirata al suo interno. È verosimile che, con la formula dell’accertamento irripetibile e dunque garantito dalla presenza di consulenti nominati da tutte le parti in causa (Procura di Venezia, difesa di Turetta e legali della famiglia Cecchettin), in questi giorni possano iniziare le rilevazioni anche con la tecnica del “bloodstain pattern analysis”. L’analisi della carrozzeria, dell’abitacolo e del bagagliaio riguarderà innanzi tutto la disposizione delle macchie di sangue, per stabilire con un ragionevole grado di certezza (che però non potrà essere del 100%, secondo gli studi scientifici in materia) la dinamica del femminicidio: si potrebbe capire se il corpo è stato trascinato, con quale direzione e successione sono stati inferti i colpi, se qualche fendente è stato menato anche dopo la morte. Oltre alle tracce ematiche, saranno comunque repertate pure quelle papillari, per individuare le eventuali impronte delle mani o i segni di altre parti del corpo che dovessero essere rimasti sulla vettura in conseguenza dell’aggressione.
I GENITORI
Ma per i risultati ci vorrà tempo. Il compleanno dell’omicida invece è oggi, per cui non è escluso che papà Nicola e mamma Elisabetta possano decidere di fargli visita. Sarebbe la seconda, dopo quella del 3 dicembre in cui Filippo avrebbe detto loro: «Ho perso la testa, ma non volevo e so che non potrete mai perdonarmi». Di sicuro i suoi genitori non potranno postare una foto commovente come quella che aveva pubblicato Gino Cecchettin per la sua Giulia: «Il tuo 22esimo compleanno con papi». Come aveva dichiarato lui stesso, parlando dei signori Turetta: «Hanno avuto, se possibile, una disgrazia più feroce della mia».
Il Gazzettino