Figlio di due mamme a Mel: anche la Cassazione lo vieta

Figlio di due mamme a Mel: anche la Cassazione lo vieta
BORGO VALBELLUNA - Una pugnalata. Un'altra, ieri, per le due mamme di Mel, che da circa un anno sono sulla graticola per quell'atto di nascita del loro bimbo nato a Feltre...

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BORGO VALBELLUNA - Una pugnalata. Un'altra, ieri, per le due mamme di Mel, che da circa un anno sono sulla graticola per quell'atto di nascita del loro bimbo nato a Feltre nel 2018 e che è stato iscritto come figlio di due donne dall'allora Comune di Mel. La pugnalata è arrivata con la sentenza della Cassazione di mercoledì che ha negato l'iscrizione in Italia di un figlio di due papà, nato all'estero, con l'utero in affitto. «È un caso diverso dal nostro», dice mamma Monica, tranquillizzata anche dal suo legale, l'avvocato Maurizio Paniz. Ma per il procuratore Paolo Luca, che presentò il ricorso contro quell'atto di nascita, la decisione della Suprema Corte va nella direzione che sta seguendo anche la Procura di Belluno.

 
IL RICORSOEra il 16 luglio 2018 quando il procuratore Luca impugnò di fronte al Tribunale di Belluno l'atto di nascita che ha riconosciuto il piccolo nato a Feltre come figlio di entrambe le mamme di Mel. Un ricorso che è ancora pendente, in attesa delle decisioni europee e della Corte Costituzionale. Il bimbo nato a fine maggio del 2018, figlio naturale di una delle due donne, è per l'allora Comune di Mel anche figlio dell'altra, ovvero la compagna della madre che lo ha partorito e che ha dato il suo cognome al neonato. L'allora sindaco Cesa, con l'ufficiale d'anagrafe trascrissero l'atto. Nel ricorso del Procuratore si chiede «di dichiarare l'illegittimità della trascrizione». Il procuratore Luca, come ha sottolineato anche ieri, opera applicando la legge. «I figli di coppie omosessuali - ha affermato il procuratore, ieri dopo la sentenza - sono una realtà, sempre più diffusa e molti paesi europei che ci stanno intorno stanno riconoscendo questi diritti. Chi deve fare le leggi si ponga di fronte al problema. Noi le applichiamo. Il coraggio non è andare al di là della legge, o supplire a un vuoto. Il legislatore ha deciso con la norma sulle unioni civili: ha detto no alla step child adoption, ovvero alle adozioni del figlio del partner. Questo non consente di dubitare della volontà del legislatore al riguardo».

LA DIFESA«Siamo in difetto di disposizione normativa - concorda l'avvocato Maurizio Paniz - e mancando una corretta disposizione, si deve lavorare di interpretazione. Il procuratore ha ragione quando evidenzia che l'assetto normativo oggi è così. Bisogna vedere se questa situazione è conforme o non conforme all'interesse del bimbo. Bisogna pensare se sia meglio per un figlio avere un genitore o due. La situazione non è di semplice soluzione. Ci sono poi due tipi di problematiche: una a livello nazionale e una a livello europeo. C'è una disposizione europea che obbliga gli stati membri a adeguare la normativa nazionale a principi consolidati a livello europeo». E in gran parte d'Europa i figli di coppie omosessuali sono di entrambi i genitori. Nel caso bellunese la palla ora passa al Tribunale di Belluno, chiamato a decidere nell'udienza del 5 dicembre.
Olivia Bonetti Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino