Figlio bocciato, il papà insulta la preside e finisce in tribunale: dovrà pagare 200 euro

La preside Michela Busatto
TREVISO -  Si era scagliato contro la preside delle "Serena" urlandole contro insulti di ogni tipo. Senza curarsi nemmeno delle persone impegnate negli altri...

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TREVISO -  Si era scagliato contro la preside delle "Serena" urlandole contro insulti di ogni tipo. Senza curarsi nemmeno delle persone impegnate negli altri colloqui di fine anno scolastico. La notizia della bocciatura del figlio, che frequentava le medie, aveva letteralmente fatto perdere la testa a un 43enne, residente a Treviso. Ma dopo la denuncia e il passaggio davanti al giudice di pace, ora l’uomo si è scusato pubblicamente. E si è anche impegnato a versare 200 euro alla scuola a titolo di risarcimento.

Preside aggredita da genitore

L’aggressione verbale risale al 2019. Non si era conclusa lì. Dopo le ingiurie, l’allora preside delle "Serena", Michela Busatto, storica guida dell’istituto comprensivo della città, aveva presentato denuncia. E di seguito la questione è finita davanti al giudice di pace di Treviso, che ha registrato le scuse del 43enne disponendo che diventassero pubbliche. «Spero che possa rappresentare un segnale, sia all’interno che all’esterno della scuola, a favore della necessità di mantenere rapporti corretti – spiega la preside, che poi ha assunto la dirigenza del Cpia di Treviso, il centro provinciale per l’istruzione degli adulti – non si può mai abdicare a un minimo di educazione e di senso civico. Nella mia funzione di dirigente, avendo la coscienza pulita, non potevo semplicemente lasciar correre». Insomma, che sia da monito rispetto al fatto che il patto di corresponsabilità siglato dalle scuole e dalle famiglie degli alunni deve essere realmente messo in pratica. E che le aggressioni non sono mai tollerabili, neppure quelle verbali, tanto meno all’interno di un istituto, agenzia educativa per eccellenza. Non è sempre così. Anzi, in alcune situazioni si rischia di tentennare davanti a casi limite. In primis per evitare di avere ulteriori problemi. Nel mondo della scuola si fa spesso riferimento a una questione di equilibrio. Ci sono però limiti oltre i quali non si può proprio andare. E la Busatto in questa occasione non ha avuto dubbi. Fortunatamente il 43enne non era arrivato alle mani davanti alla dirigente e alle altre famiglie impegnate nei colloqui. Ma per il resto aveva davvero dato fondo a ogni insulto nei confronti della preside. Tra l’altro anche davanti ad altre persone, che avevano assistito alla scenata rimanendo basite. Tanto che è stata valutata pure la possibilità di procedere con una denuncia per calunnia. La dirigente, comunque, almeno formalmente ha accettato le scuse.

Le scuse e il risarcimento

E di conseguenza non ci saranno altri strascichi giudiziari. «Chiedo scusa per il mio comportamento, dovuto alla circostanza delle difficoltà a seguire l’iter scolastico di mio figlio dislessico – è in sintesi quanto detto dal padre del ragazzo – ciò in ogni caso non giustifica il comportamento. E pertanto chiedo scusa alla preside della scuola». È stata la stessa Busatto ad avanzare la proposta che l’eventuale risarcimento venisse devoluto all’istituto comprensivo Serena. Così è stato. Il 43enne ha offerto 200 euro. Una cifra che è stata ritenuta congrua. Ma non era ancora tutto. Il giudice di pace ha anche richiesto che le scuse diventassero pubbliche. Lo stesso 43enne ha ricevuto l’incarico di consegnare il verbale alla segreteria della scuola “affinché questa proceda all’affissione sulla bacheca”. Il quadro verrà chiuso nell’udienza fissata per il 25 maggio, quando si arriverà a emettere la sentenza definitiva dopo aver verificato sia la pubblicazione delle scuse che il versamento dei 200 euro a titolo di risarcimento. Come verranno usati i soldi? L’obiettivo è fare in modo che vengano impiegati per sostenere progetti didattici a favore degli alunni dell’istituto comprensivo Serena. La prima a volersene sincerare è direttamente la preside Busatto. «Adesso spero di essere contattata dalla scuola – tira le fila – in modo da avere contezza dell’utilizzo di questa somma». 

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Il Gazzettino