Ficarolo. Il caso dell'asilo nido Peter Pan: nessun maltrattamento

Ficarolo. Il caso dell'asilo nido Peter Pan: nessun maltrattamento
FICAROLO - Non c'è stato alcun maltrattamento nei confronti dei bambini dell'asilo nido Peter Pan di Ficarolo. A dirlo la sentenza letta ieri dal giudice Nicoletta...

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FICAROLO - Non c'è stato alcun maltrattamento nei confronti dei bambini dell'asilo nido Peter Pan di Ficarolo. A dirlo la sentenza letta ieri dal giudice Nicoletta Stefanutti a conclusione del processo di primo grado che vedeva la 60enne ex maestra Maria Crivellaro, di Ficarolo; la maestra Andrea Contiero, 28 anni, originaria di Boara Pisani, ma residente a Rovigo; e l'ausiliaria Barbara Calza, 37 anni, originaria di Bondeno, ma residente a Ficarolo, accusate dell'ipotesi di reato di maltrattamenti aggravati nei confronti dei piccoli che frequentavano la struttura ficarolese. Per tutte e tre, nel febbraio 2015, era stata anche disposta la misura cautelare: il divieto di dimora e di ingresso nel territorio comunale di Ficarolo, poi decaduta. Cinque famiglie si erano costituite parte civile e il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a una pena di 2 anni per ciascuna delle tre.

 
LA DECISIONEBen diversa la sentenza: l'ausiliaria Calza, difesa dall'avvocato Maria Marone, è stata assolta da ogni accusa, le due maestre Crivellaro e Contiero, invece, difese rispettivamente dall'avvocato rodigino Valentina Verde e dall'avvocato veneziano Alberto Poncina, sono state assolte da tutti i capi d'imputazione, tranne uno, quello nel quale si contestava loro di aver rimproverato, «con linguaggio forte e inadeguato i minori mentre piangevano, aggredendoli verbalmente e generando in loro uno stato di agitazione sfociante in un pianto ininterrotto», che è stato riqualificato dal giudice nella fattispecie di reato di abuso dei mezzi di correzione, con una condanna a 3 mesi a testa, sospesi e senza la menzione nel casellario giudiziario. Rigettata la richiesta risarcitoria delle parti civili di una provvisionale immediatamente esecutiva di 36mila euro.

L'INDAGINEL'inchiesta da cui è scaturito il processo, coordinata dall'ex pm Davide Nalin, risale al 2014, quando la Mobile di Rovigo ha piazzato delle telecamere nascoste nell'asilo, dopo che una dottoressa aveva segnalato la confidenza che le aveva fatto un'ex maestra dell'asilo, parlando di condotte delle colleghe che secondo lei non sarebbero state adeguate, come cibo caduto per terra e fatto mangiare. «Mi ha detto che non aveva riferito nulla a nessuno perché aveva paura di perdere il lavoro», ha detto la dottoressa quando è stata sentita come testimone. E se le testimonianze di alcune mamme hanno contribuito a far vacillare l'impianto accusatorio, la stessa ex maestra, che ha poi rassegnato le dimissioni nell'aprile di quello stesso anno, a sua volta sentita come teste, ha dichiarato: «In mia presenza non facevano nulla di che. Urlavano: anch'io alzo la voce, in alcuni momenti, ma bisogna sempre limitare, invece lì era la norma. Il cibo caduto? È stato raccolto con un pezzo di carta e messo davanti al bambino, invitato a mangiarlo, ma poi la maestra si è allontanata e ho buttato via tutto. Non mettevano le mani addosso o sul viso ai bambini quando c'era da mangiare, ma insistevano e mettevano la forchetta sulla bocca. L'episodio dei capelli tirati? Ho ipotizzato che l'avesse presa per i capelli: non ho visto, mi stavo occupando di un bambino che era stato morso».
Francesco Campi Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino