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Sono tutti d’accordo nel dire che oggi l’accesso a internet veloce è fondamentale. Per i cittadini e ancora di più per le aziende. Al momento, però, la fibra ottica per una connettività ad almeno 100 Mega è stata posata solo nel 10% dei comuni della Marca dove non è presente un altro collegamento veloce. Sono 7 su 70 quelli arrivati al certificato di collaudo. Precisamente Zero Branco, Casale, Roncade, Oderzo, Refrontolo, Altivole e Castelcucco. Tutti gli altri, pur in diversi gradi, sono ancora in fase di attuazione. Compresi i 19 comuni per i quali è stato previsto il collegamento wireless (senza fili) con le centraline per navigare ad almeno 30 Mega.
IL PIANO
È questo il quadro che emerge dall’ultimo aggiornamento del progetto “Aree bianche”, sviluppato all’interno del piano strategico per la banda ultra-larga, portato avanti dal ministero dello Sviluppo economico, per consentire l’accesso a internet veloce ai cittadini e alle imprese in zone dove la copertura è tutt’altro che puntuale. In sostanza l’obiettivo è portare il servizio nelle aree dove per ragioni di mercato alle compagnie telefoniche private non conviene arrivare. A livello veneto sono stati stanziati 400 milioni di euro per azzerare le zone di deserto digitale. «Il piano di sviluppo della banda ultra-larga – si legge nell’aggiornamento – prevede la realizzazione di un’infrastruttura pubblica abilitante l’offerta di servizi a 30 e a 100 Mega in tutte quelle cosiddette “Aree bianche”, cioè aree a fallimento di mercato che al momento sono sprovviste della connessione adeguata”. L’emergenza Covid, tra smart working e didattica a distanza, ha sottolineato questa necessità come mai prima d’ora. Per non parlare dei risvolti economici mentre si auspica che la ripresa dopo il picco peggiore dei contagi possa essere sempre più forte.
IL PARADOSSO
Ma oggi non mancano i paradossi. Nel trevigiano ci sonoi 6 comuni che non rientrano nel piano perché hanno già un’alta copertura. Vale per Treviso, Casier, Povegliano, Arcade, Follina e Portobuffolè. Il punto è che almeno alcuni per il momento sono stati semplicemente tagliati fuori. Il caso di Follina è tra i più eclatanti. Il paese che si estende fino al cuore della zona Unesco delle colline del Prosecco, patrimonio dell’umanità, si è ritrovato bloccato in una sorta di limbo digitale solo perché qui alcuni operatori privati avevano abbozzato un piano per ampliare la rete all’interno del territorio comunale.
Il Gazzettino