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RONCADE (TREVISO) - Non è un problema di soldi, perché le risorse per portare la fibra nelle case degli italiani ci sono. È, semmai, un problema di capitale umano: per cablare le abitazioni, gli uffici, le fabbriche serve gente disposta a fare buchi sull’asfalto dove far passare la fibra, c’è bisogno di operai pronti a lavorare in cantieri open air anche a quaranta gradi d’estate e nel gelo d’inverno. «Non è un lavoro particolarmente appetibile, non sono mansioni cool», ammette Andrea Falessi, direttore delle Relazioni esterne ed istituzionali di Open Fiber, l’azienda che si occupa di portare la fibra ottica nelle case degli italiani e nelle aziende del Paese e che ieri, a Roncade, ospite di H-Farm per gli Stati generali della fibra ottica, assieme alla Regione Veneto ha fatto il punto su quello che è stato fatto e su cosa manca. E poi mancano gli abbonati: contro l’80% della Scandinavia, in Italia
IL PUNTO
Il piano di Open Fiber in Veneto prevede un investimento di 965 milioni di euro - tra “aree nere” (le 14 città dove l’azienda interviene direttamente), “aree bianche” (i borghi e le aree meno accessibili) e il “Piano Italia 1 Giga” - per collegare 558 comuni attraverso una rete ultraveloce in fibra ottica (Ftth – Fiber to the home) che si estenderà per circa 24mila chilometri e raggiungerà 1,7 milioni di unità immobiliari.
LE CRITICITÀ
Due i punti critici: il personale e le attivazioni. Per trovare personale (in tutta Italia servirebbero 10mila operai), Falessi ha riferito di un progetto messo a punto con Veneto Lavoro: «Sono state selezionate 200 persone disoccupate, ora faremo i colloqui». Forse è un problema di remunerazione? «Gli stipendi vanno da 1.200 a 2.000 euro, la verità è che si tratta di un lavoro poco appetibile». L’altro punto critico è l’utilizzo della struttura. «Perché è inutile fare una autostrada se poi nessuno ha l’auto per usarla», ha detto l’assessore all’Agenda Digitale del Veneto, Francesco Calzavara. «Oggi la grande sfida, oltre a completare soprattutto il piano Bul delle aree bianche, che Open Fiber conta di ultimare nel 2024, è utilizzare questa grande infrastruttura: la penetrazione sulle aree nere è oltre il 25%, siamo invece al 6% mediamente sulle aree bianche», ha detto Roberto Tognaccini di Open Fiber. «È sempre più necessario spiegare a famiglie, imprese e pubblica amministrazione la necessità non solo di avere la fibra ma di attivarla - ha aggiunto il commissario Agcom Massimiliano Capitanio -. Alcuni non attivano la fibra per problemi economici, altri per la mancata conoscenza». Un confronto? I clienti attivi rispetto alle case cablate sono l’84% in Spagna, il 72% in Francia, l’80% in Scandinavia. In Italia la media è 22%. In Ucraina 20%.
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