Padova. Ritorna la quinta edizione del Festival internazionale di fotogiornalismo con oltre 40 opere esposte

Riccardo Bononi, fotogiornalista e direttore artistico della manifestazione: «Oggi rappresenta il modo più rapido per accedere alle storie e di connettere tutti quanti, riuscendo a rendere ciascuno consapevole delle questioni più controverse»

La mostra che racconta il fotogiornalismo
PADOVA - Ritorna IMP, il Festival internazionale di Fotogiornalismo che quest'anno giunge alla sua quinta edizione. Negli anni si è affermato tra i più grandi...

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PADOVA - Ritorna IMP, il Festival internazionale di Fotogiornalismo che quest'anno giunge alla sua quinta edizione. Negli anni si è affermato tra i più grandi eventi italiani dedicati alla fotografia e come il primo festival in Italia dedicato interamente al mondo del fotogiornalismo. Nel corso delle scorse edizioni oltre cento autori internazionali, provenienti da tutti e cinque i continenti, sono stati ospitati a Padova per incontrare gli oltre 10mila visitatori richiamati ogni anno. L'edizione 2023, che durerà fino al 25 giugno, sarà ulteriormente ampliata, arrivando a presentare al pubblico le opere di oltre 40 autori internazionali, che ci guideranno nelle esposizioni allestite nelle sedi museali ed espositive della città, da galleria Cavour a Palazzo Moroni.


Reportage dall'Ucraina


Oltre a questi si aggiungeranno altri eventi espositivi a corollario: si vedrà infatti la presenza di ospiti come Uliano Lucas, uno dei padri fondatori del fotogiornalismo italiano, ma anche dei direttori di FotoEvidence New York David Stuart e Svetlana Bachevanova, che per l'occasione hanno curato l'esposizione collettiva dedicata al primo anno di guerra in Ucraina (foto in alto) e realizzata dai più grandi professionisti che hanno lavorato sul fronte, come il vincitore del premio Pulitzer Evgeniy Malolekta, Paula Bronstein, Fabio Bucciarelli, John Stanmeyer, Narciso Contreras, Giulio Piscitelli, Ron Haviv, Diego Ibarra Sanchez e molti altri. Tra gli eventi direttamente collegati al festival non possiamo dimenticare i quattro seminari con alcuni degli autori più affermati sulla scena internazionale, e oltre trenta proposte ulteriori che variano tra visite guidate, talk e conferenze aperte al pubblico.
«Quello che mi intriga del festival di quest'anno è l'approccio metodologico utilizzato: nella ricerca degli autori c'è sempre una ricerca antropologica. La fotografia, a mio avviso, è uno strumento con cui la dimensione empatica si declina compiutamente» ha dichiarato l'assessore alla Cultura Andrea Colasio. «Mi piace che ci sia una sorta di rovesciamento: soprattutto in galleria Cavour ci aspettavamo foto di guerra, e invece assistiamo più al lato di rinascita. Da una parte il disastro causato dalla guerra, dall'altro il miracolo, come nel caso del bombardamento del Laos, che porta 270milioni di bombe sganciate ma contemporaneamente anche una trasmutazione della disgrazia in opportunità, con diverse attività imprenditoriali legate al riciclo delle bombe americane, con cui vengono realizzati sia utensili che opere d'arte» ha aggiunto.


«L'idea che sta alla base della nascita di Imp è la convinzione che il fotogiornalismo oggi sia il più rapido accesso alle storie e ai dibattiti internazionali e in grado di connettere i quattro angoli del mondo: una modalità per rendere ciascuno partecipe e consapevole del proprio ruolo fondamentale anche nelle questioni più controverse» ha dichiarato Riccardo Bononi, fotogiornalista e direttore artistico del festival. L'evento nasce dunque con la volontà di portare la città e il suo patrimonio artistico, architettonico e monumentale sulla scena culturale internazionale. Sono state infatti individuate sei sedi espositive principali, dal già citato palazzo Moroni a palazzo della Gran Guardia, alla cattedrale ex macello e alla galleria Cavour, collegate come un circuito accessibile per i visitatori. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino