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TRIESTE - Lo storico impianto siderurgico di Servola, la Ferriera, chiuso due anni fa dopo 123 di storia industriale e sociale, ieri sera - domenica 18 settembre - è stato materialmente cancellato. Un'esplosione ha abbattuto le ultime cinque costruzioni (quattro manufatti e un camino) ancora in piedi, dopo che, dal momento della chiusura dei cancelli, la Siderurgica Triestina (la vera ragione sociale oggi) di proprietà del Cav.Arvedi di Cremona, ha smantellato tutto ciò che di ferro c'era nell'area per trasferirlo (e riciclarlo) negli impianti cremonesi. La Icop ha fatto il resto, ripulendo interamente la zona. È la cosiddetta area a caldo dello stabilimento, quello dove c'erano gli altoforni; l'adiacente area a freddo dove c'è il laminatoio, l'acciaieria, resterà in piedi, anzi, è previsto un suo sviluppo con assunzione di mano d'opera, oltre all'assorbimento degli operai fuoriusciti dalla Ferriera e temporaneamente in cig in attesa, appunto, di ricollocamento.
Il punto finale alla Ferriera lo aveva messo l'Accordo di programma del 27 Giugno 2020 in Prefettura.
«Finisce un'epoca. Abbiamo avuto sicuramente grandi problemi, venti anni di battaglie. Poi l'ex area a caldo della Ferriera diventerà un'area strategica per la città, per cui ci sarà una crescita importante». L'ha detto il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza alla cerimonia di abbattimento di cinque manufatti dell'ex impianto siderurgico. «E poi basta con l'inquinamento - ha aggiunto -. Per gli abitanti della zona sarà molto positivo. Mi ricordo delle famiglie che venivano da me. Magari erano in quattro e tre avevano problemi oncologici. Non dimentichiamoci di che cosa ha rappresentato la Ferriera. Dava lavoro ma ha anche creato grossi problemi di salute agli abitanti di Servola». «È stata una storia lunga e dolorosa. Ora finalmente è finita, ci mettiamo una bella pietra sopra», ha concluso.
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