Ammazzata di botte, «Maila lo proteggeva, tornava sempre da lui»

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CAVARZERE - «La mia Mailetta era troppo buona, troppo dolce e tornava sempre da lui. Non ci ha mai detto nulla di cosa stesse accadendo, ha sempre protetto quel maledetto. E lui ce l'ha portata via». Loretta Favaron, zia di Maila Beccarello non si dà pace. Un rapporto profondo, il loro, intenso e quotidiano. Pensava di sapere tutto su quella ragazza che aveva cresciuto quasi come una seconda madre o come una sorella maggiore. Pensava che la sua felicità e la sua serenità fossero reali, e non un paravento da mostrare ad amici e parenti per celare una buia verità. Il male oscuro di Maila è venuto alla luce ieri, illuminato dal proverbiale fulmine a ciel sereno. «Mai una frase, mai una parola su di lui - racconta Loretta - se solo mi avesse accennato che cosa le stava accadendo non me ne sarei stata con le mani in mano, avrei agito immediatamente per proteggerla». 


INFANZIA DIFFICILE
La vita è stata difficile fin dal principio per Maila, con la morte del padre, Marino, in un incidente sul lavoro quando aveva solo 13 anni. «Mailetta ha avuto una vita difficile. Dopo la morte del papà, aveva costruito un legame molto forte con i fratelli, Alice e Alessandro. Quando la mamma, Marilena, si è ammalata, se l'era presa in casa con lei. Si dedicava a mia sorella anima e corpo, le sue cure amorevoli le facevano bene». La mamma, però, ieri mattina non c'era. «Alice era venuta a prenderla perché voleva trascorrere qualche giorno di vacanza insieme a lei e ad Alessandro. Uno dei nostri classici ritrovi di famiglia a cui forse si sarebbe aggiunta anche Maila tra qualche giorno». In quel momento, quindi, Natalino e Maila erano soli in casa.

Con la zia si sentiva al telefono quasi tutti i giorni. Ovviamente anche la settimana scorsa, il 2 agosto, nel giorno del suo 37. compleanno. «Non abbiamo mai sospettato nulla. Le dirò di più - continua la signora Favaron - io la sentivo felice. Non potevamo sapere con chi aveva veramente a che fare. L'unica cosa che avevo capito è che era uno che non aveva molta voglia di lavorare».

I due, di fatto, vivevano con la pensione della mamma di Maila. Ma la doppia faccia di Natalino, con i famigliari, era la regola. «Lui con noi era gentilissimo. Molto cordiale, educato, questo ci lasciava tranquilli. Stiamo vivendo una situazione fuori dalla realtà, non riusciamo ancora a renderci conto di ciò che è davvero successo. Ieri parlavamo di quanto stavamo attendendo con ansia l'arrivo del suo nipotino, e oggi non c'è più. È pazzesco». Natalino si era sempre comportato bene anche con la mamma di Maila. «Mia sorella non è mai stata maltrattata, anzi. Lui le preparava da mangiare, cercava di non farle mancare nulla. Mia nipote ci ha sempre nascosto i suoi lati oscuri. Io non sapevo neppure che fosse agli arresti domiciliari». 

DISTACCO IMPOSSIBILE

Una vera e propria barriera, quella eretta intorno al suo uomo. Anche se qualcuno, in famiglia, qualcosa aveva intuito. «Alice un giorno le aveva detto: Prendi la mamma, trovati un appartamento e vattene. Lei le aveva risposto di non impicciarsi, che era con lui che era felice». Lei stessa, però, forse al limite della sopportazione, aveva provato a lasciarlo e andarsene. «Lui si sdraiava a terra, diceva che senza di lei si sarebbe suicidato, la implorava di non lasciarlo. Maila era un angelo dalla bontà incredibile e cedeva sempre. E come quell'uomo sia riuscito a strapparcela scaricando tutta quella brutalità contro un esserino così non riesco a capirlo, mi strazia». Ma che cosa può aver scatenato quella furia? «Forse aveva finalmente trovato la forza di lasciarlo, forse gli aveva detto definitivamente basta. E lui ha reagito in quel modo bestiale. Non mi do pace per questa tragedia, l'unica cosa che spero, da credente, è che ora sia vicina al suo papà». Su Natalino, nessuno parola. «Non so cosa dire, non voglio dire nulla. Posso pensare solamente al dolore di sua madre, una donna speciale che aveva sempre voluto tanto bene a Mailetta e che ora dovrà affrontare come noi, pur da un altro punto di vista, questa immensa tragedia». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino