Soprintendenza regionale e in due anni di nuovo le Province: Fedriga disegna la nuova autonomia del Friuli

Massimiliano Fedriga
Un nuovo tassello sulla strada di un’autonomia più piena. Più vera. Una promessa, che però porta con sé anche i paletti di una strada già...

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Un nuovo tassello sulla strada di un’autonomia più piena. Più vera. Una promessa, che però porta con sé anche i paletti di una strada già tracciata. In parte addirittura asfaltata con la collaborazione - che diventa spalla - di un ministro chiave per quanto riguarda le richieste del Nordest: Roberto Calderoli, Affari regionali ma prima ancora punto di riferimento del tandem Fedriga-Zaia per attuare quella specie di federalismo spinto in grado di mettere il turbo all’indipendenza legislativa dei territori. Il nuovo passo, Massimiliano Fedriga l’ha annunciato a margine del “rito” di fine anno. «L’obiettivo - ha detto chiaramente - è quello di regionalizzare la Soprintendenza. Ne ho già parlato con il ministro Calderoli». Si tratterebbe di un passaggio chiave per una miriade di aspetti. Il Friuli potrebbe svincolarsi dalle lungaggini romane per tutta una serie di procedure che interessano privati, aziende, enti pubblici. «Devo dire - ha specificato - che con l’attuale Soprintendenza c’è un bellissimo rapporto. Ma non possiamo sempre sperare che venga qui una persona ragionevole. Dobbiamo rendere questa autonomia strutturale, perché chi conosce il territorio è in grado di valutare quali interventi sono necessari». 


LE PROVINCE


Secondo passaggio, in rapida successione, il ritorno delle Province elettive. Con l’aggiornamento più “fresco” che riguarda i tempi, più che i modi. «Ci vuole innanzitutto un passaggio parlamentare che non sarà brevissimo - ha chiarito il presidente della Regione -, perché quando si parla della revisione dello statuto ci vogliono almeno sei mesi tra prima e seconda lettura nei rispettivi rami del Parlamento. Non posso fare promesse - ha aggiunto - ma mi auguro che in un anno e mezzo, massimo due, potremo avere gli enti intermedi nuovamente elettivi». Quindi le Province. Con qualcosa che però in regione è già stato fatto. «Gli Enti di decentramento regionale di oggi - ha aggiunto sempre il presidente Fedriga - li abbiamo dotati di personale tecnico che sta già lavorando bene. Quando torneranno gli organismi elettivi, troveranno già gli uffici pronti a continuare ad operare». 


VERSO IL VOTO


A margine della conferenza stampa di fine anno nel palazzo della Regione in piazza Unità a Trieste spazio anche alle manovre che dovranno portare Fedriga e il centrodestra verso le elezioni del 2023. E l’accento si è fermato naturalmente sulla lista del presidente, che vedrà Fedriga a capo di uno schieramento che si baserà sulla sua figura, sui suoi risultati e sulla sua capacità di attirare elettori. «La lista - ha rivelato - la struttureremo nella seconda metà di gennaio. Il gruppo vuole tenere in considerazione tutto un mondo civico e politico che apprezza e ha apprezzato questa amministrazione regionale. Ci sarà chi ha avuto esperienza in questa legislatura, ma anche degli elementi nuovi. Sarà una lista aperta. Le liste le deciderò io e non ci sono elenchi nascosti o già fatti». La data del voto? Si va verso il 2 aprile, come ampiamente già comunicato. 


CRITICITÀ


Più concreto rispetto alla conferenza di rito, anche il programma futuro sulla sanità. «La riforma sanitaria non è un progetto da inventare, ma da portare a termine - ha aggiunto Massimiliano Fedriga -. Il Covid non ci ha permesso operativamente di completarla. È anche vero che ci troviamo nel contesto di un sistema sanitario nazionale sotto stress. Le stesse criticità si possono rilevare in tutte le regioni. La carenza di personale rappresenta un problema: abbiamo chiesto al governo Meloni un tavolo per affrontarlo assieme». 

 

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Il Gazzettino