TREVISO - Fassa Bortolo torna alle origini: alla calce, sua attività storica da oltre tre secoli. Ora il gruppo di Spresiano rilancia, mettendo a segno...
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Con i due nuovi innesti, l'azienda della Marca - 13 stabilimenti in tutto il mondo, più di 1.300 addetti - aggiunge altri tre siti produttivi specializzati in questa tipologia, oltre a quello nel quartier generale di Spresiano e quello bresciano di Montichiari: la maggior flessibilità consentirà di rispondere meglio alle richieste dei clienti e la capacità produttiva, passando dalle attuali 1.300 tonnellate al giorno a quasi il doppio, rafforzerà il ruolo di secondo produttore italiano (il primato spetta ad un concorrente di Lecco). L'investimento complessivo si aggira sui 40 milioni di euro, a cui se ne aggiungeranno altri 15 per migliorare l'efficienza e la sicurezza: primo passo, convertire gli impianti dall'alimentazione a petcoke (un particolare tipo di carbone) a scarti di legno, molto meno inquinanti ed anche più convenienti. La firma sul contratto d'acquisto della Barattoni è già stata apposta a metà febbraio, la Vilca verrà rilevata dal concordato: il giudice ha già assegnato al gruppo trevigiano la gestione provvisoria e la proposta di riconoscere il 30% del debito dovrebbe superare qualsiasi eventuale ostacolo da parte dell'assemblea dei creditori. I circa cinquanta dipendenti totali delle due imprese rimarranno al loro posto, anzi è prevista qualche ulteriore assunzione. "Quello della calce è un settore che apparentemente non dà grandi risultati - dice Paolo Fassa -, ma continua comunque ad avere un suo mercato. E soprattutto si sta concentrando in poche mani. Fassa Bortolo ha chiuso il 2016 a 330 milioni di fatturato, in crescita del 5%: Cresciamo all'estero, ma del 2% anche in Italia, in controtendenza rispetto al mercato, rimarca Fassa, una grande passione per lo sport, il ciclismo in particolare, tanto che potrebbe essere tra gli sponsor del progettato velodromo a Spresiano". Il segreto per continuare a crescere? Innovazione, una rete commerciale capillare, qualità eccellente ad un costo un po' più basso degli altri. Ed un passaggio generazionale portato a compimento senza strappi: l'azienda è alla nona generazione, con due dei cinque figli del patron, Bortolo e Manuela da un paio d'anni nominati amministratori delegati. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino