Cresce il prezzo della farina: «Ritocchiamo il listino del pane»

Aumenta il prezzo del pane
BELLUNO - Anche nel settore della panificazione, l’aumento su tutti i fronti delle materie comporterà inevitabilmente dei ritocchi ai listini che si ripercuoteranno...

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BELLUNO - Anche nel settore della panificazione, l’aumento su tutti i fronti delle materie comporterà inevitabilmente dei ritocchi ai listini che si ripercuoteranno sul consumatore finale. Alberto Ghedina, presidente dei panificatori di Confartigianato Belluno definisce “funereo” il quadro dell’attuale situazione, senza vedere, per ora, prospettive di miglioramento per il futuro. 


GLI AUMENTI
«La crescita dei costi delle materie prime è un fenomeno che stiamo riscontrando da tempo – dice l’imprenditore che è anche titolare a Cortina dello storico panificio Ghedina -. È iniziato a manifestarsi ben prima della guerra in Ucraina che inevitabilmente sta peggiorando ancor di più le cose. Complessivamente dall’anno scorso abbiamo subito aumenti per ora quantificabili in un 15% se guardiamo a farina, olio e lievito. Certi prodotti come gli imballi sono invece cresciuti del 25%, per non parlare dell’energia elettrica e del gas che sono più che raddoppiati come tutti sanno». E oltre all’impennata dei costi c’è anche da fare i conti con l’approvvigionamento dei materiali, come sottolinea lo stesso Ghedina: «Per gli imballi ormai si naviga a vista. I fornitori non garantiscono i prezzi, già alti, e per i tempi di consegna si parla ora di 2 o 3 mesi. Una situazione del genere è difficile da gestire per tutti. Sia per chi lavora direttamente con il pubblico sia per chi, come noi, lavora con la grande distribuzione».


IL CONSUMATORE
«Vediamo - prosegue il referente dei panificatori - che è difficile far accettare gli aumenti dei nostri listini ai clienti, per quanto sappiano quanto sia complicata la situazione generale, precipitata con il conflitto in corso. E se li accettano spesso lo fanno proponendo degli sconti compensativi. Senza mettere mano ai listini, però, per noi sarà difficile sopravvivere: è una scelta inevitabile se consideriamo che solo la farina è aumentata del 15% da inizio 2021 e il suo costo continua a salire: ci sono ancora alcuni fornitori che stanno facendo degli sforzi per mantenerne bloccato il prezzo, però sarà inevitabile anche per loro doverli alzare. Con i costi che abbiamo ora, sommati alla tassazione, gli utili si stanno assottigliando sempre di più». Riguardo alle prospettive, poi, Ghedina dice non vedere alcuna luce in fondo al tunnel e auspicherebbe da parte delle istituzioni interventi decisi: «Per ora – commenta - non vedo soluzioni efficaci. Abbattere di 15 centesimi il costo della benzina non può bastare. Servono invece interventi più ragionati e profondi, non solo mediatici. Intanto siamo costretti a navigare a vista con la speranza che oltre a tutti questi problemi, non subentri anche quello della contrazione dei consumi da parte dei clienti».


LA POLITICA


E proprio a livello istituzionale, ieri l’eurodeputato Herbert Dorfmann ha fornito un’analisi della questione del caro-cereali annunciando le prossime mosse: «Quest’anno sarà impossibile il raccolto in Ucraina, sarà già soddisfacente se non dovranno ricorrere ad importazioni, e questo è un dramma per l’intero pianeta, visto che parliamo di uno stato che produce il 10% del grano esportato nel mondo ed è uno dei maggiori produttori di mais e di girasole», spiega Dorfmann. Per l’eurodeputato si deve lavorare su due piani: «Da un lato, dobbiamo sostenere la produzione, e la mia proposta è quella di derogare al set-aside e quindi di riportare alla coltivazione tutti quei terreni agricoli oggi costretti al riposo. Dall’altro, serve un’azione forte e immediata della Commissione Europea sull’Ungheria, che sta bloccando l’export di mais e grano, creando una situazione insostenibile soprattutto per l’Italia. Stiamo parlando di uno Stato membro che sta bloccando il mercato all’interno dell’Unione, una cosa inaccettabile».

 

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Il Gazzettino