«Ha truffato l'Inail»: stangato il falso zoppo

«Ha truffato l'Inail»: stangato il falso zoppo
CORDIGNANO - Si finge zoppo, aggravando le conseguenze di un infortunio sul lavoro, riuscendo a truffare l'Inail: la Cassazione (giudici Geppino Rago e Giuseppe Sgadari)...

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CORDIGNANO - Si finge zoppo, aggravando le conseguenze di un infortunio sul lavoro, riuscendo a truffare l'Inail: la Cassazione (giudici Geppino Rago e Giuseppe Sgadari) conferma la condanna a un anno e sei mesi (condizionale vincolata al pagamento di 6mila euro alle parti civili) inflitta, in primo e secondo grado, all'operaio 58enne Giuseppe Saladino, di Cordignano, che era accusato di truffa allo Stato. L'imputato, oltre alle spese processuali, dovrà versare 2mila euro alla cassa delle ammende e pagare i costi sostenuti dalle parti civili Maricell srl e Fantuzzi sas (3510 euro ciascuna). Tranciante il giudizio del Palazzaccio: «Il ricorso, così come l'appello, è  inammissibile per difetto di specificità dei motivi. Non vengono argomentati i rilievi critici rispetto alle ragioni di fatto e di diritto poste a fondamento delle sentenze di primo e secondo grado». Motivi che giustificano i 2mila euro per la cassa delle ammende.


IL CASO
Il 22 gennaio 2008, a Longarone, Saracino finì con un piede sotto un muletto. E da quel momento, ha stabilito il processo, l'operaio avrebbe architettato il grande inganno all'Inail, riuscendovi tanto da farsi riconoscere un'invalidità del 52% e a farsi liquidare un'indennità di oltre 370 mila euro (di cui 117mila percepiti già nel corso del processo di primo grado) e circa 33mila come risarcimento temporaneo per l'astensione lavorativa. Troppi soldi per l'azienda Maricell di Longarone, dove avvenne l'incidente, che fece seguire Saladino da alcuni investigatori privati, e per la Fantuzzi di San Vendemiano, ditta per la quale lavorava Saladino. Dopo l'infortunio il 58enne spiegò di non riuscire più né a camminare né a correre, con conseguenze psicologiche devastanti. Gli avvocati Matteo Nicoli e Aloma Piazza, per Maricell e Fantuzzi (responsabili civili con Axa), fecero così scattare la denuncia per truffa allo Stato. In aula il giudice ordinò una perizia super partes. «C'è il nesso di causalità -spiegò il medico legale Furlanetto- tra la patologia lamentata da Saladino e l'infortunio, ma l'invalidità può essere stimata nel 6/7 per cento non del 52% riconosciuto dall'Inail (che inspiegabilmente non si costituì parte civile). Le patologie psichiatriche? Indimostrabili».

LA SENTENZA

«Alle visite disposte dall'Inail Saladino ha scientemente simulato un stato patologico fisico più grave di quello reale - motivò il giudice condannando il 58enne -. A numerosi specialisti che lo visitarono si è mostrato fortemente claudicante, tanto da usare le stampelle o a camminare sorretto dalla moglie. In verità guidava l'auto e scaricava le valigie». Motivazioni sposate anche dalla Cassazione. E così la sentenza è diventata definitiva. Resta da capire se mai qualcuno chiederà la restituzione dei soldi incassati dal 58enne (recentemente è stato condannato a restituire 110mila euro) che nel frattempo diventato nullatenente.
Roberto Ortolan Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino