CASTELFRANCO (TREVISO) - Nessuno sa dove sia finito Massimo Rossi, il 37enne professionista dell'imbroglio salito agli onori della cronaca per il processo iniziato l'altro...
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TANTE QUERELE
Dalle querele presentate nei suoi confronti emerge che terreno di caccia è stato per anni il triangolo compreso tra Padova, Treviso e Venezia. Tanti i fascicoli aperti su di lui dalle varie Procure, come quello di aver soggiornato in alberghi di lusso dove si spacciava per un broker finanziario internazionale: dormiva, mangiava, beveva e si godeva piscine e terme senza pagare un centesimo. E quando invece ha pagato, avrebbe saldato i conti con assegni falsi o peggio risultati rubati. Come intermediatore finanziario dalla carriera di successo, confermata dalla residenza in piazza San Marco, avrebbe anche tentato di convincere qualche risparmiatore a investire denaro in operazioni poco chiare. Le notifiche delle denunce a suo carico e delle iscrizioni sul registro lui non le ha neppure mai viste. Dopo essere sparito nel nulla ha eletto il suo domicilio da un legale di Castelfranco che non ha mai incontrato e che continua a fare su e giù in Tribunale per depositare la rinuncia alle varie nomine.
LA FARSA
Come successo nel caso che lo vede alla sbarra per essersi finto un medico. Una farsa venuta alla luce nel 2015 quando una paziente, la zia della compagna che aveva avuto in cura per un po' di tempo, è morta in casa a Castello di Godego. Ma quando sono arrivati i paramedici del Suem Massimo Rossi ha detto: «Sono un dottore ma non posso firmare il certificato di morte». I soccorritori si sono insospettiti e dopo la segnalazione all'autorità giudiziaria sono scattate le indagini, da cui è emerso che la vera specializzazione di Rossi non è tanto la chirurgia quanto l'abilità a truffare e poi svanire nel nulla.
Denis Barea Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino