Finto "affare", armi spianate in ufficio: arrestati 4 rapinatori

Finto "affare", armi spianate in ufficio: arrestati 4 rapinatori
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VERONA - I Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Verona hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di quattro soggetti autori di una rapina aggravata. L’attività eseguita la scorsa notte ha permesso di notificare il provvedimento, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale ordinario di Verona, ai quattro destinatari della misura che sono stati tratti in arresto nelle provincie di Prato, Reggio Emila e Crotone, dove si trovavano all’atto dell’esecuzione: G.M. (cl. ’95), M.G. (cl. ’73), M.G. (cl. ’83) e R.G. (cl. ’78).


Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Verona, hanno permesso di far luce su una rapina avvenuta a Verona ad opera dei soggetti di origine calabrese, con interessi radicati nella provincia scaligera, nei confronti di altri tre calabresi ed un siciliano operanti nel settore dell’edilizia nelle provincie di Prato e Reggio Emilia. L’azione investigativa delle Fiamme Gialle, sviluppata per alcuni mesi, è scaturita dalle risultanze delle precedenti indagini “Premium deal” e “Goodfellas”, che avevano portato a numerosi arresti per estorsione ed usura, durante le quali erano stati raccolti importanti elementi per ricostruire anche questo episodio criminale, occorso nel settembre 2016.

LA RAPINA NEL VERONESE

L’ideatore del piano, G.M., che si era fatto passare per imprenditore edile con base in provincia di Verona ma con commesse anche all’estero, era riuscito a convincere altri costruttori calabresi del fatto che fosse in essere un “affare” per il quale era necessario anticipare una cospicua somma di denaro. Organizzato l’incontro, per la consegna in contanti della somma pattuita, quelli che pensavano di essere “investitori” si sono trovati invece costretti in un ufficio di una società riconducibile alla famiglia di G.M., in provincia di Verona, e minacciati con le armi dai suoi complici, a volto coperto. Gli odierni arrestati, una volta sottratto il denaro in contanti, si erano dati alla fuga lasciando il territorio scaligero. Le indagini sono tuttora in corso per chiarire ulteriormente la vicenda, con particolare riferimento all’ “affare” proposto e alle ragioni della mancata denuncia ad un organo di polizia da parte delle persone offese nonché per accertare se fatti analoghi siano stati posti in essere nei confronti di altri soggetti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino