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VENEZIA - Martedì le minacce al parroco di San Zulian, San Moisè, San Salvador e San Zaccaria, don Roberto Donadoni: «So dove abiti prete, so che vivi vicino al campanile», gli aveva detto uno dei falsi sordomuti cacciati dalla chiesa di San Moisè, poi identificati dalla polizia locale e puniti con un Daspo di quarantott'ore da Venezia. Nel primo pomeriggio di ieri, a San Zaccaria, a due passi dalla caserma dei carabinieri, un'altra aggressione, questa volta nei confronti del sacrista della chiesa, colpito sul volto con una cartelletta in plastica, quella usata dai falsi sordomuti per raccogliere le firme e segnare le donazioni. Che si intascano.
IL RACCONTO
John Gomas è indiano, ha 47 anni e da diversi anni è il sacrestano di San Zaccaria.
LA TRUFFA
Il gancio è sempre lo stesso: un foglio da firmare per un'inesistente associazione di aiuto ai sordomuti. Nelle cartelline sono solitamente riportati dei fogli excel con tre diverse bandiere a indicare le diverse lingue. Fatta la firma, al momento dell'offerta agli ignari donatori viene mostrato l'importo delle precedenti donazioni sul foglio, per lo più dai 20 ai 50 euro, con la speranza che il nuovo benefattore segua l'esempio dei precedenti. I soldi tolti dal portafoglio da parte del donatore però non bastano mai. Nell'ottobre 2021 don Donadoni aveva fermato due ragazzi che alcuni giorni prima avevano assediato dei turisti all'interno della chiesa di San Moisè. Avvisato dal sacrestano, don Roberto li aveva raggiunti in fondo alla chiesa per fermarli ma i truffatori, prima di scappare, lo avevano aggredito e minacciato con un pugno, pur senza colpire lui e il suo collaboratore.
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Il Gazzettino