PADOVA - «Non chiedo altro, grazie». E la foto di lei abbracciata al fidanzato a Rimini. E poi scatti di colazioni, cene, tavolate sorridenti intervallate da...
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Bella, anzi bellissima, giovane, anzi giovanissima, 23 anni compiuti la vigilia di Natale e un brutto linfoma contro il quale combattere. Giorgia Libero, padovana, impiegata amministrativa finché la malattia le ha consentito di lavorare, racconta il suo calvario su Instagram, Facebook, Linkedin, senza segreti e senza pudore, incrociando virtualmente lo sguardo e smuovendo i sentimenti di oltre 32mila followers.
Non nasconde nulla: è un libro aperto di emozioni, sensazioni, paure, improvvise felicità, sconfortanti notizie. Fisico da modella, capelli lunghi e lisci - ma senza paura di mostrarsi senza ora che è in terapia - occhi magnetici, la sua vita l'ha improntata a quattro verbi: insistere, resistere, raggiungere, conquistare. Mai avrebbe pensato di incappare in un linfoma che le ha letteralmente, parole sue, «cancellato la vita». Sincera e a volte dissacrante, Giorgia affronta il male a muso duro. La sua seconda casa è l'Unità operativa complessa di Ematologia e immunologia clinica dell'Azienda ospedaliera universitaria di Padova. «Disoccupata lo scrivo tra virgolette perché sono molto più impegnata io nella lotta per la vita di tante altre persone che scaldano la poltrona di un ufficio 8 ore al giorno e che si lamentano perché tutto fa schifo.
«La verità sta qui, tutta scritta in queste righe in bianco e nero. Credo non serva essere troppo dottori per leggere questa Tac, anzi questa m.... di Tac». E mostra sul web l'esito dell'esame: «Marcata progressione del noto quadro patologico...», fino a scagliarsi direttamente contro il suo più acerrimo nemico: «Ma cosa vuoi da me?! Cosa? Ci sei riuscito? Ci sei riuscito a mettermi ko, sei felice adesso? Un passetto alla volta ti sei preso tutto - scrive Giorgia su Instagram -, le forze, il respiro, la schiena, le gambe e ora tutti i miei organi vitali. Va bene, vuoi altro? Ci sei quasi, sai... Non sono nata perché tu a 23 anni mi portassi via. C'è il mondo là fuori, una vita che mi aspetta, tante persone che mi vogliono bene». Il fidanzato, per nulla intimorito del futuro, le ha regalato «un anello stupendo per dirmi che mi vuole per sempre al suo fianco».
Giorgia continua a guardare in faccia la patologia, a chiamarla con il suo nome e a dirle: «Tu non sei nessuno per rovinare le nostre volontà, ti è chiaro? Sono esausta, mi hai distrutta ma non voglio mollare». E gli amici, tutti attorno al suo letto d'ospedale, a mandare la malattia a quel paese, mostrando il dito medio.
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Il Gazzettino