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PORDENONE - Vola l'economia del Friuli Venezia Giulia nel primo semestre dell'anno: 26mila occupati in più ed export in crescita dell'1,3%. Il numero medio di occupati stimato dall'Istat in regione è pari a quasi 527mila unità, 26mila in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso (+5,2%). Anche nel confronto con i primi mesi del 2019, prima dell'emergenza Covid, si registra una notevole crescita (+22.700 unità). Lo rende noto il ricercatore dell'Ires Alessandro Russo che ha rielaborato dati Istat.
I NUMERI
La ripresa dell'occupazione ha riguardato esclusivamente il lavoro dipendente (+25.500 unità), mentre quello autonomo è rimasto sostanzialmente stabile. I settori che hanno contribuito positivamente sono: l'industria (+8.200 occupati rispetto alla media del primo semestre 2021), commercio, alberghi e ristoranti (+6.600), altre attività dei servizi (+11.200). Il tasso di occupazione regionale (calcolato nella fascia di età compresa tra 15 e 64 anni) nel secondo trimestre di quest'anno ha superato il 70% (70,4%). Il numero di persone in cerca di occupazione risulta pari a 28.400, in diminuzione di 2.700 unità rispetto allo stesso periodo del 2021.
BILANCIA COMMERCIALE
Per quanto riguarda le esportazioni, nel primo semestre del 2022, il valore delle vendite estere delle imprese del Friuli Venezia Giulia (pari a 10,6 miliardi di euro) registra una sensibile crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+30,8%, 2,5 miliardi in più). Sempre nel primo trimestre 2022 il report Ires evidenzia anche un notevole incremento del valore delle importazioni regionali (+44,1%): l'avanzo commerciale è comunque aumentato (da 3,7 miliardi di euro nei primi sei mesi del 2021 a 4,2 miliardi quest'anno).
Questo risultato decisamente positivo è stato in parte determinato dall'andamento della cantieristica navale, caratterizzata da una elevata variabilità dell'export nel tempo (+89,3% rispetto al primo semestre dello scorso anno). Al netto di questo comparto la variazione dell'export regionale sarebbe stata ugualmente molto positiva (pari a +25,9%) e superiore a quella nazionale (+22,5%) e del Nordest (+20,5%). Vanno inoltre considerati i forti rialzi dei prezzi registrati in diversi settori, come ad esempio quello dell'acciaio: il comparto delle produzioni in metallo fa infatti segnare un incremento del valore delle vendite superiore a +40% nei primi sei mesi di quest'anno (quasi 800 milioni di euro in più). Nello stesso periodo, inoltre, il valore delle importazioni dei prodotti della siderurgia è aumentato di quasi il 50%.
I dati territoriali evidenziano un risultato particolarmente positivo dell'area isontina (+145,7%) ma tutte le altre province mostrano comunque incrementi molto sostenuti (Udine +27,1%, Pordenone +20,5%, Trieste +16,9%). Sul fronte delle destinazioni geografiche dell'export delle imprese regionali, sostenuta è la crescita dei flussi destinati al mercato comunitario (+34,5%): gli scambi con i partner commerciali più importanti, come la Germania (+31,9%), la Francia (+42,4%) e l'Austria (+44,8%), presentano andamenti fortemente crescenti. Importanti anche i flussi verso gli Stati Uniti (+41,2%) e al Qatar (oltre mezzo miliardo in più, dovuto sempre alla cantieristica). Gli scambi commerciali con la Federazione Russa si sono progressivamente ridotti: le esportazioni sono passate da 106,3 milioni di euro nei primi sei mesi del 2021 a 72,1 milioni nello stesso periodo di quest'anno (-32,2%).
Il Gazzettino