PORDENONE - Vola l'economia del Friuli Venezia Giulia nel primo semestre dell'anno: 26mila occupati in più ed export in crescita dell'1,3%.
I NUMERI
La ripresa dell'occupazione ha riguardato esclusivamente il lavoro dipendente (+25.500 unità), mentre quello autonomo è rimasto sostanzialmente stabile. I settori che hanno contribuito positivamente sono: l'industria (+8.200 occupati rispetto alla media del primo semestre 2021), commercio, alberghi e ristoranti (+6.600), altre attività dei servizi (+11.200). Il tasso di occupazione regionale (calcolato nella fascia di età compresa tra 15 e 64 anni) nel secondo trimestre di quest'anno ha superato il 70% (70,4%). Il numero di persone in cerca di occupazione risulta pari a 28.400, in diminuzione di 2.700 unità rispetto allo stesso periodo del 2021. Il tasso di disoccupazione (15-74 anni) nel secondo trimestre di quest'anno si è attestato al 4,7% (5,3% per la componente femminile, 4,2% per i maschi). Rispetto allo scorso anno sono diminuite le persone inattive (-16.500 tra i 15 e i 64 anni, pari a -7,6%).
BILANCIA COMMERCIALE
Per quanto riguarda le esportazioni, nel primo semestre del 2022, il valore delle vendite estere delle imprese del Friuli Venezia Giulia (pari a 10,6 miliardi di euro) registra una sensibile crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+30,8%, 2,5 miliardi in più). Sempre nel primo trimestre 2022 il report Ires evidenzia anche un notevole incremento del valore delle importazioni regionali (+44,1%): l'avanzo commerciale è comunque aumentato (da 3,7 miliardi di euro nei primi sei mesi del 2021 a 4,2 miliardi quest'anno).
Questo risultato decisamente positivo è stato in parte determinato dall'andamento della cantieristica navale, caratterizzata da una elevata variabilità dell'export nel tempo (+89,3% rispetto al primo semestre dello scorso anno). Al netto di questo comparto la variazione dell'export regionale sarebbe stata ugualmente molto positiva (pari a +25,9%) e superiore a quella nazionale (+22,5%) e del Nordest (+20,5%). Vanno inoltre considerati i forti rialzi dei prezzi registrati in diversi settori, come ad esempio quello dell'acciaio: il comparto delle produzioni in metallo fa infatti segnare un incremento del valore delle vendite superiore a +40% nei primi sei mesi di quest'anno (quasi 800 milioni di euro in più). Nello stesso periodo, inoltre, il valore delle importazioni dei prodotti della siderurgia è aumentato di quasi il 50%.
I dati territoriali evidenziano un risultato particolarmente positivo dell'area isontina (+145,7%) ma tutte le altre province mostrano comunque incrementi molto sostenuti (Udine +27,1%, Pordenone +20,5%, Trieste +16,9%). Sul fronte delle destinazioni geografiche dell'export delle imprese regionali, sostenuta è la crescita dei flussi destinati al mercato comunitario (+34,5%): gli scambi con i partner commerciali più importanti, come la Germania (+31,9%), la Francia (+42,4%) e l'Austria (+44,8%), presentano andamenti fortemente crescenti. Importanti anche i flussi verso gli Stati Uniti (+41,2%) e al Qatar (oltre mezzo miliardo in più, dovuto sempre alla cantieristica). Gli scambi commerciali con la Federazione Russa si sono progressivamente ridotti: le esportazioni sono passate da 106,3 milioni di euro nei primi sei mesi del 2021 a 72,1 milioni nello stesso periodo di quest'anno (-32,2%).