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PORDENONE-UDINE - A Nordest e in Italia l'export ha tenuto nei primi 9 mesi dell'anno, mentre in Friuli Venezia Giulia il rallentamento del manifatturiero evidenziato nel corso dei mesi presenta il conto: le esportazioni sono calate, infatti, del 7,4%, pari a un miliardo e 200 milioni. Pesa poco la cantieristica su questo cedimento perché, anche depurato di quel settore, l'export regionale flette del 6,5 per cento. Contribuiscono a questa flessione tutte le province, seppure Udine e Pordenone con una percentuale leggermente inferiore rispetto al resto, pari al -4,1% e al -4,3 per cento. Trieste cala, invece, del 14,1% e Gorizia del 9,3 per cento. A generare una tale performance, soprattutto l'esportazione di metalli di base, che comprendono anche la siderurgia, e il comparto dei mobili, che in nove mesi hanno perso rispettivamente il 16% e il 10,5 per cento. Cresce, invece, l'export delle apparecchiature, +13,6% rispetto ai nove mesi del 2022, e dei prodotti alimentari e le bevande, con un +8,1 per cento.
L'ANALISI
È la sintesi che ha tracciato ieri, rielaborando dati Istat, il ricercatore dell'Ires Fvg Alessandro Russo.
GLI ESPERTI
Guardando al futuro, notizie in positivo arrivano da Federlegno che, dando conto «di un anno complicato», intravvede una inversione di tendenza, almeno parziale, il prossimo anno. «Dal nostro osservatorio ha spiegato ieri il presidente Claudio Feltrin si intravede uno spiraglio di positività, con un 2024 che potrebbe riportare la filiera al segno positivo con un +2%, l'Italia a -0,7% e l'export che torna a crescere del 6,8 per cento. Una boccata d'ossigeno che ha aggiunto il presidente mitiga le difficoltà del 2023 con i mercati tradizionali, a partire dalla Germania e dagli Stati Uniti, in grande difficoltà, cui si aggiungono le zone di guerra e la Cina. Per il macrosistema arredamento si pensa a un +5 per cento complessivo». Non da ultimo, anche il settore cucine punta a recuperare e gli esperti del comparto «si aspettano un recupero del 9,3% sui mercati esteri».
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Il Gazzettino