Evasione fiscale da 3 milioni di euro con la falsa società a Olbia: 8 denunciati tra Veneto, Fvg e Sardegna e tre ditte trevigiane coinvolte

Evasione fiscale da 3 milioni di euro con la falsa società a Olbia: 8 denunciati tra Veneto, Fvg e Sardegna e tre ditte trevigiane coinvolte
Falso lavoro interinale ed evasione fiscale, otto denunciati tra Sardegna, Veneto e Friuli. Questo l'esito di un'operazione della Guardia di Finanza. Avevano creato...

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Falso lavoro interinale ed evasione fiscale, otto denunciati tra Sardegna, Veneto e Friuli. Questo l'esito di un'operazione della Guardia di Finanza. Avevano creato una società che sulla carta offriva servizi di somministrazione di lavoratori interinali con sede legale a Olbia, ma era solo una scatola vuota che sgravava degli oneri fiscali tre aziende del Veneto che operavano nel settore metalmeccanico e che gestivano, invece, direttamente i propri dipendenti.

Complessivamente, come ha accertato la Guardia di Finanza di Olbia, l'evasione ammonta a oltre 3 milioni di euro di imponibile e oltre 650 mila euro di Iva non pagata. Gli 8 indagati devono rispondere a vario titolo di reati fiscali, riciclaggio e interposizione fraudolenta di manodopera. 

Coinvolte ditte della provincia di Treviso

Nell’ambito di una complessa indagine economica finanziaria durata due anni, i Finanzieri del Gruppo Olbia, operando su delega della Procura di Tempio Pausania, hanno scoperto che una società con sede in città, ed operante nel settore della intermediazione di lavoro, non era altro che una cosiddetta scatola vuota utilizzata per emettere “fatture false” al fine di consentire a numerose ditte del trevigiano di evadere le imposte dirette, l’IVA nonché di sottrarsi agli adempimenti previdenziali.

Come funzionava

Attraverso la creazione di una società di comodo intestata ad un “prestanome”, la quale formalmente forniva personale specializzato, si spostavano gli obblighi fiscali e contributivi in modo fittizio ed illecito in capo ad un ente che non avrebbe mai assolto a tali obblighi. Si tratta di una pratica particolarmente insidiosa e difficile da ricostruire. Il sospetto è maturato fin dai primi accertamenti atteso che la società olbiese, intestata ad un cittadino romeno, risultava aver emesso fatture per operazioni rilevanti pur essendo stata appena costituita. Infatti in sole due annualità l’amministratore della società ha presentato dichiarazioni dei redditi per volumi d’affari milionari: nel biennio 2017-2018 sono state emesse fatture per la prestazione di manodopera per oltre 3 milioni di euro. Un rapporto meramente cartolare atteso che i dipendenti venivano gestiti direttamente dalle società del Nordest e il servizio di intermediazione serviva solo a dissimulare l’esistenza della società olbiese.



L’illecito descritto si concretizza con il ricorso a soggetto giuridico "di comodo" usato come mero “contenitore” della forza lavoro che veniva strumentalmente allocata presso imprese utilizzatrici - in contesti evasivi - mediante la dissimulazione di contratti attestanti appalti per inesistenti “prestazioni di servizio” in luogo alla reale “fornitura di manodopera”.

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Il Gazzettino