Eutanasia: Adelina è morta. L'ultimo messaggio: «Avrei preferito andarmene tenendo la mano di mia figlia, ma non è possibile»

Eutanasia: Adelina è morta - Foto di fernando zhiminaicela da Pixabay
SPINEA (VENEZIA) - Adelina, o meglio, Elena, è morta. Lo ha annunciato Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, sulla propria pagina Facebook,...

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SPINEA (VENEZIA) - Adelina, o meglio, Elena, è morta. Lo ha annunciato Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, sulla propria pagina Facebook, precisando che andrà ad autodenunciarsi per aver aiutato la donna di Spinea ad andare in Svizzera per poter accedere al suicidio assistito

L'ultimo messaggio prima di morire

E sono state rese note anche le ultime parole di Elena, il suo ultimo messaggio, intimo e commovente, incentrato sulla libertà di decidere della propria vita così come della propria morte: «Sono sempre stata convinta che ogni persona debba decidere sulla propria vita e debba farlo anche sulla propria fine, senza costrizioni, senza imposizioni, liberamente, e credo di averlo fatto, dopo averci pensato parecchio, mettendo anche in atto convinzioni che avevo anche prima della malattia. Avrei sicuramente preferito finire la mia vita nel mio letto, nella mia casa, tenendo la mano di mia figlia e la mano di mio marito. Purtroppo questo non è stato possibile e, quindi, sono dovuta venire qui da sola».

Tumore, la diagnosi e la decisione: eutanasia

Elena aveva ricevuto la diagnosi di microcitoma polmonare a inizio luglio 2021. Da subito i medici le avevano detto che avrebbe avuto poche possibilità di uscirne, dopo tentativi di cure, le è stato detto che c'erano pochi mesi ancora di sopravvivenza, con una situazione che, via via, sarebbe diventata sempre più pesante. 

"Nuova disobbedienza civile": Cappato rischia fino a 12 anni di carcere

Per Marco Cappato si tratta di una nuova disobbedienza civile, dal momento che la persona accompagnata non è "tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale", quindi non rientra nei casi previsti dalla sentenza 242\2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato\Dj Fabo per l’accesso alla tecnica in Italia. In Italia, infatti, proprio grazie alla disobbedienza civile di Cappato per l’aiuto fornito a Fabiano Antoniani (sentenza 242 della Corte costituzionale) il suicidio assistito è possibile e legale in determinate condizioni della persona malata che ne fa richiesta (persona affetta da una patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze, pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli e tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale), requisiti riconosciuti invece a come “Mario”/Federico Carboni, il primo caso di suicidio assistito in Italia). Cappato rischia dunque fino a 12 anni di carcere per l’accusa di aiuto al suicidio. 

IL VIDEO MESSAGGIO

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Il Gazzettino