Imprenditore suicida dopo la gogna, arrestato il terzo complice

Lo chalet della discordia
PADOVA - A una settimana di distanza dagli arresti di due coniugi di Adria, la polizia tributaria di Padova ha tratto in arresto anche uno dei due soggetti che si erano resi...

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PADOVA - A una settimana di distanza dagli arresti di due coniugi di Adria, la polizia tributaria di Padova ha tratto in arresto anche uno dei due soggetti che si erano resi protagonisti dell’estorsione, facendo irruzione nello studio del legale incaricato di curare gli interessi della famiglia dell’imprenditore edile padovano che si era tolto la vita.


La vittima infatti  presentò querela, a inizio 2016, per  comportamenti minacciosi e diffamatori, anche tramite social network,  a carico dei due coniugi. Un mese dopo, si uccise. Chiaramente, impossibile dimostrare un collegamento tra i due fenomeni. A quel punto, però, i due coniugi avrebbero proseguito a perseguitare la moglie dell'imprenditore, che gli era subentrata. Infine, sarebbe stato preso di mira l'avvocato che seguiva l'impresa. I due avrebbero fatto irruzione nel suo studio, pretendendo che rimettesse il mandato. Alla fine, a carico dei due, è scattato l'arresto.

Le conseguenti indagini eseguite per rintracciarlo conducevano a ricostruire la rete dei contatti intrattenuti dai suoi più stretti familiari, giungendo così ad individuare in Monza il luogo in cui il terzo complice  si nascondeva. All’atto dell’arresto, il soggetto aveva nella propria disponibilità documenti (carta d’identità, patente e tessera sanitaria)  con  la propria foto ma con dati anagrafici di altra persona e veniva pertanto denunciato anche per possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi.

I particolari sul Gazzettino del 22 dicembre 
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Il Gazzettino