Furti, incendi e danni per estorcere denaro al centro ippico: tre in manette

Una immagine di archivio non legata alla vicenda
OCCHIOBELLO - Da un anno tenevano in scacco i titolari di un centro ippico con furti, incendi, danneggiamenti e minacce per costringerli a versare il denaro richiesto. Una...

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OCCHIOBELLO - Da un anno tenevano in scacco i titolari di un centro ippico con furti, incendi, danneggiamenti e minacce per costringerli a versare il denaro richiesto. Una strategia del terrore messa in atto da tre 25enni di Occhiobello, due ragazze e un ragazzo, arrestati ieri a Pontelagoscuro dai carabinieri del Norm di Verona diretti dal tenente Silvana Fabbricatore e dal Sottotenente Pierluigi Stella.

 
Nel mirino dei tre estorsori sono finiti i titolari di un centro ippico con un maneggio nella città scaligera e uno a Padova, vittime, da gennaio dell’anno scorso, di una serie di reati a cui seguivano richieste di denaro accompagnate da inquietanti minacce che i malviventi avrebbero attuato nel caso in cui non avessero ricevuto le somme richieste. In un caso erano sparite alcune selle del valore di 4mila euro ciascuna, in un altro erano state danneggiate attrezzature ippiche, fino ad arrivare a incendi appiccati proprio all’ingresso di uno dei due maneggi. 
Gli imprenditori, bersaglio di continue chiamate e messaggi minatori, il 19 gennaio scorso si sono rivolti alla stazione dei carabinieri di Ca’ di David, una frazione del comune di Verona. Vista la gravità dei reati, nell’indagine sono subentrati i militari del Nucleo operativo radiomobile di Verona, che hanno teso una trappola ai malviventi, in modo da arrestarli con le mani nel sacco. La sera del 20 gennaio, infatti, data scelta dagli estorsori per la consegna del denaro, i militari erano lì ad aspettarli. All’appuntamento a Pontelagoscuro si sono presentate però soltanto le due ragazze di Occhiobello con il compito di ritirare l’anticipo di mille euro sui 4mila totali pattuiti. Le due malviventi pensavano di intascare il frutto della strategia del terrore attuata per un anno ai danni degli imprenditori, invece si sono ritrovate con nessun soldo in tasca e le manette ai polsi. Per entrambe è scattato infatti l’arresto in flagranza con l’accusa di estorsione, ma le indagini non si sono fermate lì.

Al contrario i militari hanno continuato a indagare per smascherare la mente che aveva architettato il tutto. Unendo i tasselli investigativi con le dichiarazioni rese dalle due arrestate durante l’interrogatorio in carcere davanti al pubblico ministero, gli inquirenti sono riusciti a risalire all’identità del “dominus” della vicenda: un 25enne di Occhiobello, compagno e convivente di una delle due arrestate. Nascondendosi dietro a falsi profili Facebook, il ragazzo aveva diretto scrupolosamente ogni fase dell’estorsione, convinto di tenere in pugno le proprie vittime. Invece venerdì mattina anche per lui sono scattate le manette. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino