​L'esorcista riempie la chiesa: in mille a messa contro i maghi e le sette

Una messa in una foto d'archivio
PORDENONE - «Se scegli Cristo, non puoi ricorrere al mago per farti leggere i tarocchi o le linee della mano». Nel suo manifesto ideale don Pietro Cesco ha voluto...

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PORDENONE - «Se scegli Cristo, non puoi ricorrere al mago per farti leggere i tarocchi o le linee della mano». Nel suo manifesto ideale don Pietro Cesco ha voluto parafrasare Papa Francesco per ricordare a tutti che c’è un dualismo impossibile da abbinare, dentro e fuori dalle mura ecclesiastiche.


«Hai il diavolo». Messe a sorpresa ed esorcismi dal prete stalker

Lo ha fatto perché c’è ormai una legione di fedeli che, ogni secondo mercoledì del mese, affolla il Santuario cittadino della Madonna delle Grazie per prendere parte alla messa di misericordia, consolazione e liberazione con il vescovo Giuseppe Pellegrini. Di fianco al presule compare sempre lo stesso don Cesco, esorcista e decano della Diocesi di Concordia-Pordenone. Nei mesi scorsi il rito ha richiamato anche mille persone in un colpo solo, registrando un crescendo di attenzione per molti aspetti eccezionale, come del resto la delicatezza della “questione” merita. Soprattutto sapendo che in tempi recenti il Numero verde telefonico nazionale contro le sette ha totalizzato un aumento del 60% nelle richieste d’aiuto, attivando di conseguenza una molteplicità d’indagini da parte della Polizia di Stato.

La messa degli esorcismi: una volta al mese la lotta al diavolo /Dove e quando

FALSI PROFETI
Il sacerdote originario di Savorgnano di San Vito al Tagliamento, ormai quasi ottantenne, è più battagliero che mai nel suo presidio “di frontiera” contro le tante facce del diavolo. «Purtroppo - è il suo richiamo, esplicitato sia dal pulpito della chiesa che dalle colonne del settimanale “Il Popolo” -, non soltanto qui da noi, dobbiamo registrare anno dopo anno un fenomeno tanto complesso quanto diversificato, da combattere con vigore e senza paura di esporsi». Il riferimento è alle varie forme di superstizione, che vanno in crescendo: pratiche magiche (o presunte tali, come l’interpretazione delle carte e dei fondi di caffè), divinazione, spiritismo, fino a giungere all’attività sotterranea di gruppi e sette sataniche che organizzano riunioni e messe nere. Non serve tuttavia arrivare fino ai pittoreschi riti contro il diavolo, rievocati e bizzarramente re-interpretati da romanzi e film, per impegnarsi su questo fronte. «L’iniziativa pastorale che monsignor Pellegrini ha promosso attraverso questo appuntamento periodico che lui stesso ha voluto avviare nel nostro territorio un anno fa sta dando i suoi frutti, sia in termini spirituali che di serenità interiore - argomenta ancora l’esorcista, che è stato il canonico della cattedrale concordiese -. Ciascuno di noi può ritrovare sè stesso, ristabilendo le giuste relazioni con Dio e con gli altri». Il tutto grazie all’ospitalità dei padri benedettini Vallombrosani, in sinergia con l’Oftal e i nuclei del movimento di rinnovamento nello Spirito, che curano i canti e l’animazione.

FRAGILITÁ

Il mercoledì sera alle Grazie comincia già alle 20, con la recita del Rosario. Poi tocca alla messa vera e propria, all’adorazione della Croce e alla benedizione eucaristica. «Nella nostra terra - ha spiegato don Cesco -, sia friulana che veneta, si è sviluppato nel tempo un fenomeno che potremmo definire una sorta di magia di matrice agricola. A questa base fatta di superstizione e pratiche culturali deviate, se così vogliamo chiamarle, in tempi moderni si sono sovrapposte forme divinatorie che si ammantano di culture miste di psicologia selvaggia e riferimenti esoterici». Maghi e mistificatori, insieme a santoni e presunti veggenti, riescono a plagiare le persone più fragili, estorcendo loro denaro e offrendo in cambio false sicurezze. «La proposta in Santuario - conclude il sacerdote - intende allora favorire una catechesi che porti con sè un messaggio di speranza, fiducia e serenità interiore, per riuscire ad aiutare tutti coloro che vivano situazioni di sofferenza, disagio e paura». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino