Dove crescono le piante rare dopo il ritiro dei ghiacciai, 10mila anni fa

Le torbiere di Flambro
TALMASSONS (Udine) - Passeggiare d'inverno tra il Medio e il Basso Friuli riserva sorprese inaspettate, come quella dell'area naturale delle torbiere di Flambro. Da questo...

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TALMASSONS (Udine) - Passeggiare d'inverno tra il Medio e il Basso Friuli riserva sorprese inaspettate, come quella dell'area naturale delle torbiere di Flambro. Da questo borgo, nel comune di Talmassons, si stacca una lunga strada bianca che si può percorrere in bici, a piedi e anche, a passo d'uomo, in macchina. Lungo questa via, antichissima, di origini romane, legata ai traffici commerciali lungo il fiume Stella, ci si immerge in luoghi silenziosi e di grande fascino. E si scoprono le torbiere e il biotopo delle risorgive di Flambro. 


Un'area di 73 ettari 
​L'area si estende per 73 ettari e il biotopo è stato istituito nel 1998; la zona si sviluppa subito al di sotto della linea delle risorgive e questa abbondante disponibilità d'acqua ha formato, nel tempo, un reticolo idrico superficiale e un sistema di habitat umidi. Qui si possono vedere i cladieti che circondano le olle, le aree più ricche di acqua e le torbiere basso alcaline; ci sono anche piccole aree di bosco e alcuni prati stabili. 

La flora di pregio è ricchissima
​La flora di pregio è ricchissima. Tra le specie più rilevanti ci sono la Armeria helodes, l'Erucastrum palustre, il Gladiolus palustris, l'Euphrasia marchesettii e il Liparis loeselii, tutti incluse nell'allegato II della Direttiva Habitat; ci sono poi la rarissima orchidea Spiranthes spiralis e numerosissi "relitti glaciali", cioè piante sopravvissute solo in queste zone nei millenni, le piante endemiche, fra cui la Primula farinosa, la Parnassia palustris, la Genziana verna e la Drosera rotundifolia. Questa piante fanno del biotopo una delle zone in assoluto più ricche della pianura e più interessanti d’Europa.

Piante uniche, che hanno 10mila anni
​Le piante endemiche delle risorgive che si possono scorgere in primavera, da marzo in poi, in questo piccolo paradiso, si sono probabilmente originate nel periodo seguito all'ultima glaciazione, circa 10mila anni fa, dopo il ritiro dei ghiacciai. Sono tutte piante vulnerabili, che hanno bisogno di molta luce e sono a rischio di estinzione. L'Erucastrum palustre, ad esempio, non si può raccogliere; è vietato. È stato inserito nella Lista rossa delle piante d'Italia; è una pianta che è stata riconosciuta di interesse comunitario ed è protetta. Fiorisce in maggio e i suoi fiori sono piccoli e gialli. 

Da dove partire per la visita 

​Per valorizzare queste zone, uniche in Europa, studiate da scienziati di ogni parte del monto, da anni è in atto un progetto di rinaturalizzazione; di recente è stata inaugurato un centro visite, ricavato in un vecchio mulino. Qui si possono chiedere informazioni sui percorsi da fare, alcuni dei quali sono stati già attrezzati con camminamenti in legno e tabelle, sugli orari delle visite guidate, che si fanno normalmente la domenica grazie anche ad alcuni esperti e volontari del posto, sulla fauna e sulla flora. Alla fine della strada bianca più grande che si stacca da Flambro di Talmassons, si raggiunge la borgata di Flambruzzo di Rivignano dove la natura regala altri spettacoli scenari con il parco di Villa Badoglio Rota.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino