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PORDENONE - La maturità fa ancora i conti con la pandemia. Dopo le 8 di ieri, 22 giugno, i candidati sono entrati nelle classi distanziati, all’ingresso c’era il personale ad accoglierli, in molti hanno raccomandato la mascherina. La prima prova del Covid che non molla la scuola si è avuta qualche giorno fa, quando hanno iniziato ad ammalarsi diversi insegnanti che hanno a malincuore dovuto abbandonare i loro studenti. Ma quel che è risultato in diversi istituti pordenonesi (il liceo Grigoletti, gli istituti Kennedy, Mattiussi e Flora) è stata l’assenza di alcuni ragazzi che si sono contagiati in questi giorni, si parla di una quindicina in provincia. Da qui i disguidi che la pandemia comporta non solo per i maturandi, ma anche per i commissari interni e il presidente.
Se tutto andrà bene (ovvero, se i ragazzi si negativizzeranno in tempo utile), potranno accedere alla prima prova suppletiva il 6 luglio. Il giorno successivo si terranno i secondi test preparati dalle commissioni interne; in coda gli orali, altrimenti se i tempi di contagio si allungheranno i docenti con l’incarico di esaminare i ragazzi dovranno presentarsi a settembre.
COME FUNZIONA
A quel punto molti dei commissari, docenti precari, (anche tre-quattro per commissione) potrebbero lavorare in altre scuole, dopo la chiamata da graduatorie provinciali che quest’anno sarà anticipata per avere tutti i docenti in cattedra in primi giorni di settembre. In ogni caso, i docenti della commissione dovranno essere prontamente presenti per nella scuola frequentata dal candidato guarito dal Covid. «Dobbiamo procedere alle prove suppletive - dichiara Alessandra Rosset, presidente della commissione di maturità all’istituto Flora – invitiamo gli studenti alla prudenza in queste giornate destinate agli esami, in quanto il virus pur non essendo pericoloso è altamente contagioso».
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Il Gazzettino