Il Covid torna tra i banchi, ci sono studenti che rischiano di fare l'esame a settembre: come funziona

Giovedì 23 Giugno 2022 di Sara Carnelos
Esami di maturità a Pordenone

PORDENONE - La maturità fa ancora i conti con la pandemia. Dopo le 8 di ieri, 22 giugno, i candidati sono entrati nelle classi distanziati, all’ingresso c’era il personale ad accoglierli, in molti hanno raccomandato la mascherina. La prima prova del Covid che non molla la scuola si è avuta qualche giorno fa, quando hanno iniziato ad ammalarsi diversi insegnanti che hanno a malincuore dovuto abbandonare i loro studenti. Ma quel che è risultato in diversi istituti pordenonesi (il liceo Grigoletti, gli istituti Kennedy, Mattiussi e Flora) è stata l’assenza di alcuni ragazzi che si sono contagiati in questi giorni, si parla di una quindicina in provincia.

Da qui i disguidi che la pandemia comporta non solo per i maturandi, ma anche per i commissari interni e il presidente.

Se tutto andrà bene (ovvero, se i ragazzi si negativizzeranno in tempo utile), potranno accedere alla prima prova suppletiva il 6 luglio. Il giorno successivo si terranno i secondi test preparati dalle commissioni interne; in coda gli orali, altrimenti se i tempi di contagio si allungheranno i docenti con l’incarico di esaminare i ragazzi dovranno presentarsi a settembre.

COME FUNZIONA

A quel punto molti dei commissari, docenti precari, (anche tre-quattro per commissione) potrebbero lavorare in altre scuole, dopo la chiamata da graduatorie provinciali che quest’anno sarà anticipata per avere tutti i docenti in cattedra in primi giorni di settembre. In ogni caso, i docenti della commissione dovranno essere prontamente presenti per nella scuola frequentata dal candidato guarito dal Covid. «Dobbiamo procedere alle prove suppletive - dichiara Alessandra Rosset, presidente della commissione di maturità all’istituto Flora – invitiamo gli studenti alla prudenza in queste giornate destinate agli esami, in quanto il virus pur non essendo pericoloso è altamente contagioso». Già durante il primo scritto, nonostante la calura, gli allievi del Flora sono stati disciplinati. Hanno indossato la mascherina, togliendola solo per bere e mangiare, in rispetto della comunità scolastica. Diversi professori che hanno superato i 60 anni sono preoccupati della contagiosità del virus, specie se si tratta di persone cagionevoli. Nei corridoi delle scuole, mentre era in corso la prima prova d’esame, si respirava un senso di precarietà. Paura per il ritorno del virus e i suoi effetti su docenti in là con gli anni. «Nella mia scuola ci sono molti professori che si sono ammalati di Covid – riferisce la dirigente Ornella Varin, impegnata come presidente alla maturità – per fortuna non insegnano nelle classi quinte. Non nego che vi è preoccupazione sia per i ragazzi che per i commissari, in quanto in caso di sostituzione la prova non è così equa in tutta Italia, in quanto il docente che supplisce non conosce i candidati, la loro preparazione». Dunque, è questo un motivo per metterli in difficoltà, mentre il colloquio deve essere un momento affinché i giovani esprimano il loro pensiero e dimostrino quanto acquisito in cinque intensi anni scolastici. A questo punto ci si chiede se davvero, come ha asserito il ministro Bianchi, dal prossimo anno ritornerà la maturità classica con il mix di commissari interni ed esterni, sempre se il covid sarà tramutato in una semplice influenza. Resta il fatto che ancora una volta continuano le polemiche sulla scelta del ministero di far decadere l’obbligo della mascherina il 15 giugno. 

Ultimo aggiornamento: 09:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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