CESIOMAGGIORE - Un memoriale scritto a quattro mani da padre e figlio potrebbe complicare ulteriormente la situazione degli Aquini. Nemesio, 72enne e Samuele, 32enne, sono i due...
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IL PROCURATORE
La conferma, della notizia che circolava già in mattinata, è arrivata ieri nel primo pomeriggio, dal procuratore Paolo Luca: «Stamattina abbiamo fatto un’altra perquisizione, perché avevamo ragione di pensare che avessero qualcosa di interessante. Abbiamo eseguito dei sequestri materiale documentale e altro. Ora dovremmo valutare questo nuovo materiale e per approfondire servirà tempo. Per questo, rispetto alla conclusione delle indagini, ci vorrà almeno ancora un altro mese». I carabinieri hanno preso carta, buste, block notes e soprattutto quel memoriale sul quale ora si indaga. Nessuna nuova accusa, come precisa il procuratore Luca: «Stiamo sempre parlando degli episodi che sono oggetto di contestazione, fino a qui. Posso dire comunque che qualcosa è stato trovato».
LO SFOGO
Sicuramente gli Aquini non se l’aspettavano. Almeno stando alla reazione che hanno avuto quando sono arrivati i militari intorno alle 8. Forse non si aspettavano nemmeno di essere intercettati in casa da mesi. Avrebbero infatti parlato liberamente anche di quel memoriale, che ora potrebbe metterli nei guai. Poi quando i carabinieri se ne sono andati con il materiale sequestrato (memoriale e fogli di carta) padre e figlio si sono sfogati. Nemesio ha subito chiamato un quotidiano locale chiedendo del giornalista di sua fiducia, lo stesso a cui scriveva Erostrato. Samuele ha scritto su Facebook.
IL POST
«Seconda perquisizione- scrive Samuele -, motivazioni uguali e sovrapponibili a quelle della prima. Uniche due aggiunte le intercettazioni ambientali, con le cimici messe in casa e le cure di cui ho avuto bisogno nell’ultimo periodo». «Agli inquirenti -sottolinea - interessava sequestrare erano i quaderni di appunti per il romanzo/autobiografia che mio padre sta scrivendo (pura invenzione letteraria) nella speranza che questi siano utilizzabile contro di noi in sede processuale. Diventa sempre di più un processo contro chi legge e, in questo caso, chi scrive».
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Il Gazzettino