VENEZIA - C’è chi s’è visto recapitare a casa 45 cartelle con la richiesta del pagamento di oltre 500 mila euro per contributi Inps teoricamente non...
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Nei solo primi 5 mesi 2016 l’associazione tramite lo sportello “debiti e crediti” ha preso in carico 36 casi “veneziani”, ovvero 7 al mese, contro i 48 casi seguiti in tutto il 2015. La vicenda più eclatante riguarda una pensionata veneziana ex titolare di una tabaccheria in centro storico alla quale l’azienda di riscossione del credito ha chiesto 518mila euro, ma in generale tutte le somme contestate da Equitalia ai nostri iscritti sono notevoli.
“Forse anche per merito del nostro lavoro – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – nel 2016 le richieste di aiuto nei confronti di Equitalia sono in costante aumento. Anche il 2015 è stato un anno molto impegnativo su questo fronte, con una media di circa quattro casi al mese seguiti dalla nostra associazione, ma ora il lavoro è decisamente aumentato”. L’azione di Equitalia e le contemporanee richieste d’aiuto all’ADico rivelano le grandi difficoltà che stanno vivendo le famiglie in questi anni ma anche la loro capacità di agire per farsi tutelare. “Molti crediti che Equitalia è chiamata a riscuotere in questo periodo – continua Garofolini – sono il frutto della crisi degli ultimi anni durante la quale le famiglie hanno avuto difficoltà a onorare debiti contratti in precedenza. Ma sono anche il frutto del bisogno di liquidità degli Enti locali, come dimostrano le richieste di pagamenti di bolli auto molto vecchi. Notiamo invece con una certa soddisfazione che molte persone si rivolgono a noi perchè conoscono come ci muoviamo in queste situazioni. Grazie alla nostra attività siamo riusciti a instaurare un buon dialogo con il fisco. In ogni caso – conclude Garofolini – è molto importante che, di fronte a una cartella di Equitalia, la gente non prenda paura ma cerchi di capire se davvero quel debito è dovuto. Non è la prima volta che ci troviamo di fronte ad errori e che interveniamo per sistemare le cose”. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino