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UDINE - Candidato di una coalizione «a tridente», che riunisce per ora dieci soggetti e che «non pone veti di natura ideologica» a quanti vorranno convergere sulla base della costruzione del programma. Una candidatura che è «emersa dal basso in forma autonoma e libera con la spinta/adesione di singoli cittadini, della serie no visitors» e che nasce «dalla gratitudine per Udine e per il Friuli». Obiettivo: «Il rilancio di Udine e del Friuli», perché entrambi «si sono impoveriti, sono meno attrattivi e poco inclusivi». C'è bisogno «di un programma, sorretto da una visione, che restituisca alla città la sua funzione e il suo ruolo oggi indubbiamente marginale nel contesto regionale». Ecco il profilo, le motivazioni di fondo e gli obiettivi del candidato sindaco di Udine del centrosinistra Alberto Felice De Toni, l'ex rettore dell'ateneo friulano che si è presentato ieri dalla Casa della Contadinanza sul castello del capoluogo friulano insieme alla sua formazione: liste civiche Progetto Innovare, Siamo Udine e Patto per l'Autonomia; partiti quali Pd, Terzo Polo con Azione e Italia Viva e Cittadini per il Presidente; gruppi politici e associazioni culturali della città, fra cui Psi, Costruire Futuro e Coesis. Soggetti rappresentati ieri rispettivamente da Federico Pirone, Lorenzo Patti, Stefania Garlatti Cosa, Andrea Zini, Nicola Turello, Alessandro Venanzi, Michela Del Piero, Andrea Castiglione, Daniela Vismara e Alessandro Tesolat.
GLI ASSENTI
Dell'attuale opposizione alla Giunta di Piero Fontanini mancano all'appello Prima di Udine con Enrico Bertossi e il M5S. Non ci sono neppure Sinistra Italiana, Verdi e Open Fvg.
PARTE DEL TERRITORIO
Il motto, infatti, è «Il Friuli riparte da Udine», perché «la cosa fondamentale è riaccendere la fiducia e l'orgoglio del sentirsi parte di un territorio». Il programma «sarà definito in una decina di incontri pubblici a tema da gennaio e fino a metà marzo» e già ieri De Toni ha lanciato «una call pubblica perché chi vuole fare qualcosa di buono lo dica, noi ci siamo e crediamo nell'intelligenza diffusa». Ciò non toglie che alcune idee cardine siano già ben chiare: Udine capitale del Friuli, Udine città Mitteleuropea. E poi un elenco di temi su cui confrontarsi con i cittadini: sicurezza e Borgo Stazione; raccolta rifiuti; rivisitazione della città dal punto di vista urbanistico; rivitalizzazione dei quartieri; welfare; trasporti, energia e verde; ciclabili, tra cui De Toni ne immagina una chiamata «Pedala, sei in Friuli». Ci sono, inoltre, i possibili progetti di qualificazione e sviluppo della città. «Mi preoccupano molto le lunghe liste di attesa all'ospedale di Udine, il più grande della regione», ha detto il candidato sindaco; pensa a Udine come una piattaforma europea dell'alimentazione da attivare con Friuli Doc, l'Università e i Distretti del vino e del prosciutto; crede in un progetto che ha battezzato «Mandi Casa» per la valorizzazione internazionale del Friuli, guardando alla sua produzione che già raggiunge il mondo: dagli elettrodomestici ai mobili alle capacità costruttive. Tutto ciò con un sindaco «non tanto conduttore, quanto costruttore di contesti, un facilitatore» e un Comune quale «agenzia di innovazione civile, sociale ed economica».
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Il Gazzettino