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UDINE - A scegliere il primo inquilino di Palazzo D'Aronco sarà il ballottaggio. Lo ha sentenziato l'esito del primo turno di ieri, che ha visto primeggiare il sindaco uscente Pietro Fontanini, sopra il 46%, seguito da presso dallo sfidante Alberto Felice De Toni, che, a sezioni quasi tutte scrutinate, si aggirava intorno al 39%. Reduce dal bagno di folla di venerdì in piazza XX Settembre, per i leader nazionali del centrodestra calati in città per la chiusura della campagna elettorale sua e del presidente della Regione (riconfermato) Massimiliano Fedriga, Fontanini si dice pronto alla sfida bis. Il traino delle Regionali, evocato a più riprese in campagna elettorali, non gli è bastato. La distanza dai risultati ottenuti dal centrodestra e da Fedriga in Regione, secondo lui, si spiega con il fatto che Udine è «una città più orientata a sinistra» e che quindi centrare l'obiettivo al primo turno non era facile. «Sono arrivato primo, a un soffio dal superare il 50 per cento - tiene a rilevare Fontanini -. Andremo al ballottaggio. Guardo a queste due settimane che ci separano dal secondo turno con fiducia. Continuerò a incontrare i cittadini, a spiegare quello che ho fatto e quello che voglio fare». Anche l'ex rettore si prepara alla pugna, rispolverando pure la frecciata sui «visitors». «La coalizione di Fontanini pensava che bastasse portare in città una sfilata di ministri, ma qui si vota per il sindaco e le dinamiche nazionali passano in secondo piano rispetto alle persone chiamate ad amministrare la città. A Udine c'è voglia di cambiamento». «Fontanini e i suoi erano convinti di vincere al primo turno. Questo non è stato e da domani ricominceremo a lavorare per arrivare a vittoriosi al ballottaggio», aggiunge. Il suo obiettivo è portare al secondo turno di votazione del 16 e 17 aprile «sempre più persone».
I PRECEDENTI
Le urne hanno visto esprimersi poco più della metà della popolazione (il 54%), con 43.499 elettori su 80.650 aventi diritto.
Il Gazzettino