PORDENONE - Sarà riavviato a fine mese il confronto tra Electrolux, sindacati e governo per verificare la situazione nei quattro stabilimenti italiani della multinazionale...
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Come dire: il 2016 è andato bene, ma non c’è alcuna sicurezza che questo possa ripetersi. Dipenderà dal mercato, dalle strategie della multinazionale sul futuro della fabbrica e anche dall’andamento della produzione nelle fabbriche "concorrenti" del gruppo in Polonia. Nel frattempo nell’ultimo anno l’azienda ha proseguito in alcuni impegni previsti dall’accordo: 50 esuberi saranno recuperati dal trasferimento del magazzino ricambi dalla Germania. Mentre sul fronte della re-industrializzazione (altre cento eccedenze, attraverso investimenti esterni nei capannoni di Porcia) nulla sarebbe stato fatto.
Con gli attuali livelli produttivi, dunque, gli esuberi non ci sarebbero. Anzi una delle quattro linee produttive è spesso ferma per carenza (l’impresa sostiene a causa di un elevato assenteismo tra gli operai) di organico. Quasi paradossalmente - ma ci sono troppe incertezze e inoltre è in corso una fortissima robotizzazione della fabbrica che produrrà inevitabilmente eccedenze future - ci sarebbe bisogno di qualche assunzione. Cosa che già nel 2015 si era verificata a Susegana. Perciò una delle ipotesi, visto che la norma lo consentirebbe, sarebbe quella di ricorrere a un altro anno di contratti di solidarietà. Però non più "difensivi", ma "espansivi". Cioé con la possibilità di assumere se dovessero verificarsi determinate condizioni. Ma la trattativa per un nuovo possibile accordo deve ancora cominciare. Intanto il senatore Pd Lodovico Sonego ha incontrato i sindacati. «Restano delle preoccupazioni sull’organico - ha detto - che impone il ricorso agli ammortizzatori sociali. Solleciterò il governo affinché vengano erogati anche i rimanenti pagamenti della decontribuzione».
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Il Gazzettino