Electrolux, possibile un altro anno
con i contratti di solidarietà

Domenica 9 Ottobre 2016 di Davide Lisetto
Electrolux, possibile un altro anno con i contratti di solidarietà
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PORDENONE - Sarà riavviato a fine mese il confronto tra Electrolux, sindacati e governo per verificare la situazione nei quattro stabilimenti italiani della multinazionale alla scadenza dell’accordo siglato nel maggio del 2014. Nell’agenda c’è già una data: il 26 ottobre vertice al ministero dello Sviluppo economico. La situazione - almeno per le fabbriche di Porcia e Susegana - oggi è piuttosto diversa rispetto al biennio precedente. A Porcia una situazione di mercato più favorevole e l’avvio positivo dei nuovi modelli di gamma più elevata ha portato a una produzione maggiore rispetto ai budget preventivati. L’anno in corso si chiuderà con un milione e 50 mila lavabiancheria prodotte: le previsioni erano invece più basse e si fermavano a circa 750 mila "pezzi". Ed è proprio sulla base di quest’ultimo dato che venivano previsti circa trecento esuberi: eccedenze che l’accordo, attraverso l’utilizzo dei contratti di solidarietà, ha congelato fino a luglio 2017, data in cui scadrà l’intesa. Ma i volumi produttivi aumentati a fine anno, in teoria, azzerano i circa 300 esuberi. Il nodo da risolvere è legato al fatto che sull’aumento di volumi l’azienda fino a oggi non ha dato alcuna garanzia: non si tratta di un aumento strutturale e dunque destinato a ripetersi e a consolidarsi anche nel 2017 o nel 2018.
 

Come dire: il 2016 è andato bene, ma non c’è alcuna sicurezza che questo possa ripetersi. Dipenderà dal mercato, dalle strategie della multinazionale sul futuro della fabbrica e anche dall’andamento della produzione nelle fabbriche "concorrenti" del gruppo in Polonia. Nel frattempo nell’ultimo anno l’azienda ha proseguito in alcuni impegni previsti dall’accordo: 50 esuberi saranno recuperati dal trasferimento del magazzino ricambi dalla Germania. Mentre sul fronte della re-industrializzazione (altre cento eccedenze, attraverso investimenti esterni nei capannoni di Porcia) nulla sarebbe stato fatto.

Con gli attuali livelli produttivi, dunque, gli esuberi non ci sarebbero. Anzi una delle quattro linee produttive è spesso ferma per carenza (l’impresa sostiene a causa di un elevato assenteismo tra gli operai) di organico. Quasi paradossalmente - ma ci sono troppe incertezze e inoltre è in corso una fortissima robotizzazione della fabbrica che produrrà inevitabilmente eccedenze future - ci sarebbe bisogno di qualche assunzione. Cosa che già nel 2015 si era verificata a Susegana. Perciò una delle ipotesi, visto che la norma lo consentirebbe, sarebbe quella di ricorrere a un altro anno di contratti di solidarietà. Però non più "difensivi", ma "espansivi". Cioé con la possibilità di assumere se dovessero verificarsi determinate condizioni. Ma la trattativa per un nuovo possibile accordo deve ancora cominciare. Intanto il senatore Pd Lodovico Sonego ha incontrato i sindacati. «Restano delle preoccupazioni sull’organico - ha detto - che impone il ricorso agli ammortizzatori sociali. Solleciterò il governo affinché vengano erogati anche i rimanenti pagamenti della decontribuzione».
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