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TREVISO - L’ex cinema Edison ristrutturato, e praticamente ultimato, è troppo alto. Ben due piani in più. Lo dice la sentenza del Tar che accoglie il ricorso presentato un anno fa dall’Immobiliare Europa 2000 S.p.A., società della famiglia Archiutti contro la Giovannetti Immobiliare srl, proprietaria dell’immobile di vicolo XX Settembre, e la La.Ma srl, immobiliare del gruppo Cecchin-costruzioni edili con sede a Castelfranco. I 18 metri raggiunti dall’edificio, che un tempo ospitava uno dei cinema più noti della città e adesso sta per essere trasformato in una serie di appartamenti di lusso incastonati nel cuore del centro storico, a detta del Tar sono eccessivi.
L’immobiliare di casa Archiutti è proprietaria del complesso di Ca’ dei Ricchi che si trova proprio di fronte, uno dei gioiellini della Treviso storica. E da più di un anno contesta il piano di recupero “Edison”, approvato in Comune dal 2011, che consente di elevare l’edificio dagli attuali 12 metri a 18: in pratica due piani in più. Una sorta di “muro” accusato di rovinare la visuale e intaccare così il valore storico di Ca’ dei Ricchi e della zona circostante. E così il 15 luglio 2019 l’immobiliare si è rivolta al Comune chiedendo che, in regime di autotutela, annullasse la Scia, il documento con cui si annunciava l’inizio del lavori all’ex Edison. Ma Ca’ Sugana ha risposto che non lo avrebbe fatto perché non ne ravvedeva la necessità. Quindi il 3 ottobre dello stesso anno Europa 2000 ha impugnato davanti al giudice il provvedimento che autorizza l’intervento e, in aggiunta, anche la delibera del consiglio comunale del 2011 che ha dato l’ok al piano di recupero Edison, oltre che il via libera alle deroga sulle altezze.
Il Tar ha accolto tutte le parti del ricorso, soprattutto quella riguardante le altezze.
LE CONSEGUENZE
L’immobiliare Archiutti aveva chiesto la demolizione dei due piani in più e 1,5 milioni di euro di danni. Il Tar, nella conclusione, si limita a fissare che le parti (i proprietari dell’ex Edison e il Comune) dovranno pagare le spese di soccombenza. Inoltre annulla il rifiuto all’autotutela mettendo, quindi, Ca’ Sugana nella difficile posizione di dover tornare sul caso e pronunciarsi un’altra volta. Intanto i lavori di restauro dell’ex cinema stanno per concludersi.
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Il Gazzettino