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ROVIGO - Caro materiali e difficoltà nel reperimento delle commodity. Questi i motivi del grido d'allarme lanciato dai Costruttori edili dell'Ance Rovigo e indirizzato alle istituzioni, a partire dalle stazioni appaltanti. L'obiettivo è preservare gli interessi sia del committente che dell'impresa dando corso agli appalti, ma a un prezzo tale da consentire un giusto ristoro. «In tutto il Paese ci sono forti criticità operative rispetto al normale andamento delle attività del cantiere, a causa dei fenomeni inflattivi e delle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime che portano a straordinari incrementi dei prezzi - afferma Alex Saggia, presidente dell'Ance Rovigo - il ferro acciaio tondo per cemento armato, dopo un aumento del 54% nel 2021, nei primi mesi del 2022 ha visto un'ulteriore impennata del 40%. Lo stesso vale per il bitume, con un incremento del 40%. Non sono da meno il calcestruzzo, le materie plastiche, il legno e i metalli. Nel frattempo, il costo del gas naturale è cresciuto del 875%, quello dell'energia elettrica del 542%, mentre petrolio e gasolio sono rispettivamente a più 81% e più 119%».
CATENA NEGATIVA
L'effetto domino sulla filiera è inevitabile.
PROBLEMA APPALTI
Per gli appalti in corso di esecuzione, invece, «abbiamo domandato di adottare tutte le misure necessarie a tutelare la realizzazione dell'opera, procedendo al riequilibrio del contratto secondo il principio di buona fede negoziale. In particolare, è necessario riconoscere un equo compenso per affrontare le difficoltà che hanno reso più onerosa la prestazione. Per i lavori che saranno oggetto di futuro affidamento, sarà indispensabile aggiornare i prezzi a base d'asta, incrementandoli in base all'attuale norma».
A. Gar. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino