ROVIGO - Caro materiali e difficoltà nel reperimento delle commodity. Questi i motivi del grido d'allarme lanciato dai Costruttori edili dell'Ance Rovigo e indirizzato alle istituzioni, a partire dalle stazioni appaltanti.
CATENA NEGATIVA
L'effetto domino sulla filiera è inevitabile. I fornitori e i subappaltatori, per questo motivo, stanno revocando gli impegni contrattuali assunti, non essendo più in grado di onorarli alle condizioni stabilite. «A completare il quadro, la grave situazione del mercato creditizio che non ci consente di sviluppare alcun tipo di programmazione a medio-lungo termine per assenza (o difficile reperimento) della necessaria provvista finanziaria - aggiunge Saggia - tale scenario costituisce una causa di forza maggiore non dipendente dalle imprese, che si trovano nell'impossibilità di garantire la realizzazione delle lavorazioni oggetto di affidamento e la loro conclusione, secondo le regole dell'arte, nel rispetto del cronoprogramma approvato. Per tale motivo abbiamo sensibilizzato gli enti e le stazioni appaltanti affinché, qualora richiesta dall'impresa appaltatrice, sia concessa la sospensione totale o parziale dei lavori per cause imprevedibili o di forza maggiore. Tra queste, l'impossibilità di reperire sul mercato i necessari materiali. Abbiamo inoltre chiesto, una volta cessate le cause, la proroga del termine contrattuale per il tempo corrispondente».
PROBLEMA APPALTI
Per gli appalti in corso di esecuzione, invece, «abbiamo domandato di adottare tutte le misure necessarie a tutelare la realizzazione dell'opera, procedendo al riequilibrio del contratto secondo il principio di buona fede negoziale. In particolare, è necessario riconoscere un equo compenso per affrontare le difficoltà che hanno reso più onerosa la prestazione. Per i lavori che saranno oggetto di futuro affidamento, sarà indispensabile aggiornare i prezzi a base d'asta, incrementandoli in base all'attuale norma».
A. Gar.