Edicole, proprietà veneziana ma il 90% è gestito da stranieri

Edicole, proprietà veneziana ma il 90% è gestito da stranieri
VENEZIA - Vedendole dall'esterno tutto ci si immaginerebbe meno che quei chioschi traboccanti di maschere, cappelli da marinaretto con la scritta Venezia e maglie di...

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VENEZIA - Vedendole dall'esterno tutto ci si immaginerebbe meno che quei chioschi traboccanti di maschere, cappelli da marinaretto con la scritta Venezia e maglie di calciatori - più o meno aggiornate all'ultimo mercato - vendano anche giornali. Eppure, quello dovrebbero sostanzialmente fare secondo la concessione rilasciata dal Comune. Che nei giorni scorsi ha pubblicato le nuove graduatorie per l'assegnazione delle edicole in città e a Mestre. Basta però scorrere l'elenco delle richieste avanzate per notare la dissonanza: 40 edicole sulle 45 che a Venezia hanno fatto istanza al Comune delle concessioni di area pubblica, sono di proprietà di veneziani, ma il 90 di esse sono subaffittate e gestite da cittadini stranieri. Cingalesi e bengalesi su tutti, che le trasformano in chioschetti a vocazione turistica. 

 
IL REGOLAMENTOUna norma, imposta da Ca' Farsetti, ci sarebbe anche per regolamentare e dare le giuste proporzioni. Secondo quanto stabilito dal Comune infatti, l'anima turistica e quella di servizio potrebbero ben convivere all'interno dei chioschi. A patto che i prodotti editoriali (riviste e quotidiani) rappresentino il 55 per cento della merce in vendita. Per il restante 45 per cento, via libera al commercio di oggetti e souvenir per turisti. Peccato però che spesso quel 90 per cento di chioschi subaffittati agli extracomunitari, metta da parte carta stampata e patinata.
ANCORA FUORILEGGEL'esempio lampante è l'edicola in Calle Larga Mazzini, nel 2018 chiusa dieci giorni per non aver rispettato il regolamento e i richiami, e diffidata venerdì mattina dagli agenti del Servizio attività produttive ed edilizia, coordinati dal commissario capo Flavio Gastaldi. Nel corso del 2018 da loro sono state diffidate tutte le edicole e dieci sono state chiuse. Quella di Calle Larga Mazzini è la prima ripresa: da venerdì, ha dieci giorni per mettersi in regola, pena altre sanzioni. Che nonostante siano cresciute, arrivando a multe anche di 1.034 euro, spesso diventano di difficile applicazione. Nei casi in cui ci sono di mezzo, concessioni o autorizzazioni, gli agenti quando notano qualcosa che non va, fanno una diffida amministrativa, invitando il titolare dell'attività ad ottemperare entro pochi giorni. Alla scadenza ritornano e, se il problema persiste, scatta la sanzione che spesso non è pecuniaria, e comunque non viene saldata. Non mancano però anche gli esempi virtuosi di chi, italiani o stranieri, rispetta il comandamento di Ca' Farsetti.

L'ALLARME«Il problema - ha commentato ieri il presidente dell'Ascom di Venezia, Roberto Magliocco - non è principalmente il subaffitto, che avviene sempre con affittanza di impresa e alla luce del sole. Ma chi, una volta gestore del chiosco, non rispetta le regole, riduce sempre più la vendita di giornali e trasforma le edicole in un negozio di souvenir».

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Il Gazzettino