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PORCIA - L’Electrolux di Porcia torna a tremare. E sembra di rivedere i tempi più bui, quando il problema non era rappresentato dall’energia o dai semiconduttori carenti sul mercato asiatico, ma dai volumi degli ordini. Cioè l’indicatore numero uno sul futuro di qualsiasi azienda, colosso o piccola che sia. Da Porcia non arrivano buone notizie: l’autunno caldo è già qui, in anticipo rispetto al calendario. E lo testimoniano i numeri relativi proprio agli ordini: il colosso con sede a Porcia doveva produrre più di un milione di pezzi alla fine del 2022. Andrà invece già bene se si riuscirà ad arrivare a quota 800mila. Un primo effetto? Il 9 settembre scatterà già la cassa integrazione.
IL PROBLEMA
Premessa: la crisi dei semiconduttori e delle schede madri che servono a far funzionare (anche) gli elettrodomestici c’entra eccome.
L’ALLARME
Intanto c’è già uno scenario a brevissimo termine. Lo stabilimento Electrolux di Porcia rimarrà in cassa integrazione il 9 settembre. Si approfitterà del ponte con la giornata - festiva - precedente. Ma sempre di un altro stop si tratta. Il secondo aspetto riguarda il mancato ritorno all’orario giornaliero di otto ore, con l’azienda che è rimasta “inchiodata” ai turni di sei ore. L’incertezza sulle consegne delle schede elettroniche si aggiunge alle preoccupazioni per il costo dell’energia. Ma è il primo fattore a dominare sul secondo, perché nel frattempo i clienti sono stati costretti a dirottare gli ordini altrove.
La conferma finale arriva dai numeri, seppur ancora provvisori. «L’ultima stima - spiega Zoccolan -, peraltro già rivista al ribasso dopo quella iniziale che parlava del superamento del milione, comprende 830mila “macchine” entro la fine dell’anno. Ma è stata fatta prima delle ferie: probabilmente si farà fatica a rispettarla».
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Il Gazzettino