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Le grandi industrie del Friuli Venezia Giulia, in contatto con gli esperti del mercato internazionale, avevano appena visto una luce in fondo al tunnel: l’impennata dei prezzi delle materie prime, causata dalla scarsità globale post-pandemia, aveva raggiunto quello che in epidemiologia abbiamo imparato a chiamare “plateau”, cioè la fase piatta di una curva. Ci si attende ora la discesa, verso il ritorno alla normalità.
Ma appena la bufera si è placata, ecco il secondo uragano: l’aumento smisurato del costo legato alle forniture di gas ed energia elettrica. E prima ancora di fare irruzione nelle case dei cittadini, l’effetto si sente già a monte, nei luoghi dove nascono e vengono distribuiti i prodotti che tutti noi troviamo al dettaglio.
LA DERIVA
I rincari delle forniture energetiche di base sono arrivati.
IL PROCESSO
In seconda battuta intervengono i cosiddetti trasformatori, cioè le imprese che acquistano il prodotto uscito dai forni e lo lavorano. «E qui interviene un’altra ondata di ricarichi e di aumenti», spiegano sempre gli industriali del settore. Ma non si parla solo di laminati e di filiera del metallo. Si pensi ad esempio al settore del vetro, che in provincia di Pordenone trova il motore dell’intera regione. L’impatto è lo stesso: il prodotto destinato alle imprese è già più caro del 20-30 per cento rispetto solo a qualche giorno fa. «Il problema - riflettono gli esperti - è che all’ultimo gradino della piramide, cioè in corrispondenza del venditore al dettaglio, non sempre è possibile alzare i prezzi. Quindi si finisce inesorabilmente e pericolosamente per erodere il margine». E quindi la vita a breve-medio termine di qualsiasi attività economica.
IL COMMERCIO
La nuova crisi, quella dell’energia, non risparmia nemmeno il già tartassato mondo dei ristoranti. Un esempio? La bolletta arrivata in un grande e noto ristorante di Pordenone pochi giorni fa: da 4.500 si è passati a 6.700 euro. «E anche il semplice lavaggio di una tovaglia nelle lavanderie specializzate - ha illustrato lo chef Carlo Nappo - è arrivato a costare molto di più». Da quattro a sette euro. Le conseguenze ora diventano logiche: chi usa per lavoro fornelli a gas o grandi piastre elettriche ha già visto “esplodere” le bollette.
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Il Gazzettino