Annunciazione, la pala torna a splendere al Duomo con la firma di Tiziano

La pala restaurata
TREVISO - Tiziano visto da vicino. Delicato e bellissimo. La sua «pennellata veloce, quasi indefinita, sfumata». I suoi «paesaggi modernissimi». I suoi disegni preparatori,...

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TREVISO - Tiziano visto da vicino. Delicato e bellissimo. La sua «pennellata veloce, quasi indefinita, sfumata». I suoi «paesaggi modernissimi». I suoi disegni preparatori, «fatti col carboncino acquarellato», così dettagliati e precisi. La diagnostica, come rivela la restauratrice Francesca Faleschini «ci ha fatto vedere sotto le ridipinture degli anni ‘80», permettendo anche di scoprire la firma del grande pittore. E la data: 1520. Torna a splendere, nel Duomo di Treviso, la pala dell’Annunciazione di Tiziano che, dopo l’impegnativo intervento di restauro, è stata riposizionata sull’altare della cappella Malchiostro, dove da oltre 500 anni si fa ammirare.

IL LAVORO

Il restauro (69 mila euro), finanziato da Save Venice Inc. con il sostegno di Christopher Todd Page, è stato presentato ieri alla città, presenti anche il sindaco Conte, il vescovo Tomasi che ha poi benedetto la pala, lo storico dell’arte della Soprintendenza Luca Maioli e il vicepresidente di Save Venice Alberto Nardi. Per l’opera del maestro cadorino è stata coinvolta un’equipe di alta specializzazione, intervenuta oltre che sulla pittura ad olio anche sul supporto ligneo. Per garantire un intervento scrupoloso, corretto e rispettoso, i restauratori, Francesca Faleschini per l’aspetto pittorico e Roberto Saccuman per la tavola, sono sempre stati affiancati e supportati da attente indagini diagnostiche, da analisi scientifiche sulla tecnica esecutiva, dei pigmenti e materiale utilizzati e da ricerche storico artistiche, tutto con la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le provincie di Belluno, Padova e Treviso. L’impegno e il considerevole investimento hanno saputo restituire straordinari risultati e soddisfazioni. Tolte le vecchie ridipinture apposte nei restauri precedenti che disturbavano l’equilibrio e la lettura generale dell’opera, è stata ritrovata la pittura originale dal potente cromatismo e sono riemerse le sapienti pennellate del giovane Tiziano.

L’EFFETTO

La pala ha riacquistato la luminosità diffusa, così la Vergine in primo piano, colta di sorpresa nell’atto di girarsi verso l’angelo che irrompe alle spalle, appare in tutta la sua grazia avvolta in un prezioso manto azzurro sopra alla rossa veste panneggiata. Dietro la protagonista, colpisce l’audace profondità della scena sottolineata dal pavimento a scacchi, chiusa da un cielo con cumuli di nubi e dalle cime cadorine, su cui si staglia la curiosa e chiacchierata “figurina” del committente, il canonico Malchiostro, che assiste all’evento. L’occasione ha permesso di verificare alcune vicende dell’opera, come il fatto che la tavola dipinta venne tagliata sul lato destro e in basso per adeguarla alla cornice, si è fatto luce sulle travagliate questioni conservative, svelando importanti novità, per molti versi inedite.

LA NOVITÀ

Ma la scoperta più eclatante è la firma “Titianus pinxit MDXX”, apparsa e ben leggibile in basso a destra, una riscoperta che permette di ricollocare il dipinto come assolutamente autografo di Tiziano e di riscrivere parte della storia, restituendone tutta la sua dignità oscurata a causa delle pesanti ridipinture e interventi che nel corso dei secoli si sono succedute. «In accordo con la Soprintendenza – spiega don Paolo Barbisan, direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Treviso e storico dell’arte impegnato nelle nuove ricerche dedicate all’opera in questione - abbiamo deciso di approfondire le indagini grazie anche alla tecnologia di cui disponiamo. E l’iscrizione ci conferma che il dipinto fu commissionato da Broccardo Malchiostro e realizzato da Tiziano. Con tanto di data di consegna della pala: 1520». E sulla scia di questo intervento, chiude don Paolo, il Rotary club di Treviso finanzierà una nuova illuminazione della cappella, compresa la Malchiostro.

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Il Gazzettino