LEGNARO - Adolescenti di buona famiglia, studenti modello, ma con il vizio della droga. Una sconvolgente verità è venuta a galla nelle ultime ore grazie ad...
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LE INDAGINI
Se la sono cavata con una denuncia a piede libero con il medesimo capo d’accusa altri sei ragazzi, tre di 16 e uno di 15 anni sempre di Legnaro, un sedicenne di Rubano e un altro sedicenne di Polverara. Il timore che Legnaro fosse diventato il centro dello spaccio nella Saccisica per i minorenni, gli investigatori lo hanno percepito lo scorso 31 luglio quando nel corso di una festa avvenuta al campo sportivo Natti, è stato rinvenuto un giovanissimo a terra, ubriaco fradicio e drogato. Le analisi effttuate in ospedale hanno confermato la sua positività ai cannabinoidi. Messo alle strette, lo studente ha iniziato a fare le prime ammissioni riferendo che era una prassi quella di farsi spinelli in compagnia. I successivi accertamenti hanno permesso ai carabinieri di Legnaro di individuare alcuni dei partecipanti al festino. Da ulteriori confidenze raccolte, l’Arma è riuscita a documentare numerose cessioni di stupefacenti. Lo spaccio avveniva nei centri d’aggregazione giovanile a Legnaro, ma anche a Padova e a Piove fuori dalle scuole. Accertate almeno 500 cessioni a cavallo tra l’estate dello scorso anno e la fine di agosto. Il “giro” riguardava solo hashish e marijuana. Il costo delle dosi variava dai 5 ai 10 euro. Ingenti i guadagni. L’attività investigativa ha raggiunto gli esiti sperati anche grazie ad un’attenta visione dei social network, dove gli indagati e gli assuntori, pensando di muoversi inosservati, promuovevano la sostanza e facevano veri e propri ordini. Le famiglie di questi ragazzi finiti al centro delle indagini sono tutte stimate e conosciute in paese. Nessuno tuttavia avrebbe notato situazioni sospette, oppure visto soldi facili finire nei portafogli dei ragazzi. L’attività di controllo delle forze dell’ordine è tutt’altro che chiusa. Se sette studenti sono stati indagati, è probabile che qualcuno sia già pronto a sostituirli e ad axcquisire il “mercato” che comunque consentiva agli indagati di incassare parecchie centinaia di euro. Sul fronte della prevenzione, sia il parroco di Legnaro, che le istituzioni, stanno programmando progetti educativi per evitare che minorenni del paese possano finire in situazioni senza ritorno.
Cesare Arcolini Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino