Trovata morta nel bosco, la testa di Lilli in due sacchetti di plastica La Procura: non ci sono indagati Il Prefetto: non salì su un bus

Lilli Resinovich
TRIESTE -  Il corpo della donna trovato ieri pomeriggio, 5 gennaio 2022, nel parco di San Giovanni a Trieste era in due sacchi (a formarne uno solo) del tipo...

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TRIESTE -  Il corpo della donna trovato ieri pomeriggio, 5 gennaio 2022, nel parco di San Giovanni a Trieste era in due sacchi (a formarne uno solo) del tipo utilizzato nei condomini e aveva la testa in due sacchetti di plastica trasparente di quelli impiegati in cucina. Un elemento questo che si apprende dagli ambienti legati agli inquirenti e che potrebbe far pensare a una morte causata da soffocamento. Sul corpo, però, è stato confermato che non sono stati trovati segni di violenza né di lotta. Una situazione che lascia investigatori e inquirenti convinti del fatto che «ogni ipotesi rimane aperta, compresa quella del suicidio», come ha detto il Procuratore capo di Trieste, Antonio De Nicolo «Tutto fa pensare», continua il procuratore, che «sia quello di Liliana Resinovich», la donna di 63 anni scomparsa il 14 dicembre. In particolare, per un paio di occhiali che sono stati trovati e che corrisponderebbero a quelli «visti nelle foto». Al momento non ci sabbero indagati.

In attesa dell'autopsia

Inoltre, sono compatibili le caratteristiche fisiche con quelle della donna scomparsa - che gli amici chiamavano Lilli - e poi c'è il dato che è Resinovich che manca all'appello. Tuttavia, «la certezza assoluta» che il corpo ritrovato sia quello della 63enne «ancora non c'è». Per questo bisogna attendere l'autopsia, che potrà dire anche se il cadavere è stato trasportato nel boschetto o non è mai stato spostato da lì, da quanto tempo si trovava in questo luogo e anche a quando risale la morte. Sembra comunque «difficile pensare fossero passati 20 giorni» dalla morte «ma direi invece alcuni giorni, anche se è sempre l'autopsia che ci potrà dare la conferma». L'incarico verrà affidato venerdì, l'esame verrà eseguito lunedì.

L'indagine: no tracce di violenza

Non ci sarebbe ancora nessuna persona iscritta nel registro degli indagati né per quanto riguarda la scomparsa di Liliana Resinovich né per quanto riguarda il ritrovamento del corpo nel boschetto, nell'eventualità remota che non si tratti della stessa Resinovich. Lo si apprende da fonti giudiziarie, secondo le quali soltanto l'autopsia potrà chiarire una serie di dubbi. Da un primo esame superficiale effettuato sul posto dal medico legale Fulvio Costantinides non risulterebbero tracce di violenza sul corpo. Questo, secondo quanto si è appreso, è stato trovato in posizione fetale e in una fase iniziale di decomposizione. Sempre secondo quanto risulta dai primi rilievi, la morte della donna risalirebbe ad alcuni giorni.

Il prefetto: «Non ha preso alcun bus»

In ogni caso tutto fa pensare che si tratti di Liliana: un paio di occhiali che erano sul posto del ritrovamento e che corrisponderebbero a quelli «visti nelle foto»; le caratteristiche fisiche del cadavere, compatibili con quelle della donna scomparsa. Anche in questo caso, sia Procuratore che Prefettura pur sottolineando che non c'è la certezza assoluta parlano di «elevate probabilità». Sul fronte delle indagini, «è certo che Liliana Resinovich si sia allontanata a piedi, per questo ieri le attività di perlustrazione riguardavano la zona raggiungibile a piedi attorno alla sua abitazione»: la precisazione l'ha fatta il prefetto di Trieste Annunziato Vardè, dopo aver avviato le ricerche della Resinovich, escludendo «elementi per dire che Liliana abbia preso un bus». Sono state «visionate tutte le immagini delle telecamere e non è stata ripresa la signora né sulla strada che porta verso il capolinea dei bus né dalle telecamere del piazzale dove credo siano presenti» ha aggiunto il prefetto. Una dichiarazione che smentisce le dichiarazioni del marito di Liliana, Sebastiano Visintin, il quale aveva reso noto che gli era stato riferito che le telecamere della Trieste Trasporti avrebbero inquadrato la donna il 14 dicembre. La Prefettura ha inoltre precisato, rispondendo a una domanda, che non è stato l'amico della scomparsa, Claudio Sterpin, di 82 anni, a indicare alla polizia l'area da setacciare dove è stato trovato il corpo. Vardè stamani ha ribadito di aver dato ieri «l'input per pianificare una capillare perlustrazione dell'intera area circostante l'abitazione della donna scomparsa», informando la Procura.

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Il Gazzettino