Erto e Casso, Cimolais e Claut​ non vogliono più avere niente a che fare con il Parco delle Dolomiti friulane: ora sognano quello del Veneto

Erto e Casso, Cimolais e Claut non vogliono più avere niente a che fare con il Parco delle Dolomiti friulane: ora sognano quello del Veneto
PORDENONE - Se Sappada è uscita dal Veneto per entrare in Friuli Venezia Giulia, adesso ci sono tre Comuni pordenonesi che potrebbero fare il passo contrario. Per la...

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PORDENONE - Se Sappada è uscita dal Veneto per entrare in Friuli Venezia Giulia, adesso ci sono tre Comuni pordenonesi che potrebbero fare il passo contrario. Per la verità non si tratta delle amministrazioni comunali, ma la volontà di lasciare il comprensorio del Parco delle Dolomiti friulane ed entrare in quello Veneto, parte dal basso. Già, da una serie di operatori commerciali e residenti di Erto e Casso, Cimolais e Claut che non vogliono più avere a che fare con la dirigenza friulana del Parco.


L'OPERAZIONE
Il perché è presto spiegato: nonostante i turisti arrivino nel comprensorio del Parco friulano, nulla - a loro avviso - sarebbe stato fatto per cercare di spalmarli sul territorio in modo da dare da vivere (economicamente s'intende) alle poche e piccole attività che ci sono nei tre Comuni interessati, bar, ristoranti, osterie e affittacamere. Anzi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l'acquisto sul mercato dell'hotel Margherita a Cimolais da parte dal Parco delle Dolomiti friulane. L'acquisizione, infatti, è stata vista come una operazione meramente commerciale che di fatto potrebbe creare una sorta di concorrenza sleale a discapito di tutte le altre realtà che operano nella zona creando, quindi, una ulteriore difficoltà a recepire il turismo da parte dei locali.


I PASSAGGI


Per ora sono un gruppetto di persone, ma hanno tutta l'intenzione di mettere insieme una squadra ben più consistente e visto il livello di malcontento - spiegano - che regna nella zona c'è da ritenere che in poco tempo riescano a formare le basi per realizzare un Comitato. Quello, infatti, è il primo obiettivo. Un Comitato che chieda subito ai tre Comuni di uscire dall'area di influenza del parco delle Dolomiti friulane. Come? Con un bel referendum popolare. «Intanto - accenna - voglio dire che questa iniziativa non ha cappelli politici o partitici. Siamo semplici cittadini e operatori economici che ogni giorno devono combattere in zone di montagna già disagiate». A parlare la portavoce Maria Borsatti, che poi va avanti. «Non nego che il Parco delle Dolomiti sia riuscito a portare diversi turisti. Quello che viene contestato, invece, è il fatto che non sia stato fatto assolutamente nulla per cercare di agevolare anche le attività economiche del territorio». Il prossimo passo è un appuntamento con il sindaco di Belluno per capire come fare a inserirsi nel Parco delle Dolomiti Venete. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino