DOLO - È stata una forma di tumore molto aggressiva alla spina dorsale, contro cui non c’è stato nulla da fare, a portarsi via a soli 11 anni Sara Rizzi, di...
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I funerali della piccola Sara Rizzi, morta venerdì scorso, saranno celebrati domani alle 15.30 nel duomo di Dolo. Chi l’ha conosciuta descrive una bimba espansiva, sempre sorridente, piena di gioia di vivere, solare, che voleva bene a tutti. Era molto legata alla famiglia, noti imprenditori di Dolo molto conosciuti in paese, che in questi giorni hanno ricevuto tantissime manifestazioni di affetto da parte di tutta la cittadinanza.
Sara lascia la mamma Luciana, il papà Alessandro e una sorella di 16 anni, e i nonni che l’hanno amorevolmente assistita nel periodo della malattia. Frequentava spesso la parrocchia, non mancava mai insieme ai famigliari agli eventi della comunità, sempre sorridente, amica di tutti. L’anno scorso Sara aveva ricevuto il sacramento della cresima dal vescovo di Padova Claudio Cipolla. Grande dolore anche tra gli ex compagni di scuola delle elementari Giotto che avrebbero sempre voluto rivederla di nuovo in classe insieme a loro.
La tragedia ha colpito profondamente Dolo, alla famiglia sono infatti giunti numerosissimi messaggi di vicinanza, non ultimo quello da parte dell'amministrazione comunale.
Il vicesindaco Gianluigi Naletto, che conosce bene la famiglia e la piccola, a nome dell’amministrazione comunale la ricorda così: «Il suo messaggio è stato quello di non arrendersi mai. Di vivere la vita e di infondere coraggio a quanti soffrivano per lei. E’ stato un vero esempio di coraggio e di forza d’animo e, come comunità, siamo tutti molto vicini alla famiglia e a chi la conosceva, a disposizione e presenti per qualsiasi necessità».
Proprio l’impossibilità di trovare una cura per Sara ha portato i parenti a decidere di chiedere che eventuali offerte in memoria della figlia, anziché per l’acquisto di fiori, vengano invece interamente devolute alla Città della Speranza di Padova: un modo per sottolineare l’importanza della ricerca in campo oncologico ma anche per dare appunto una speranza a chi in questo momento sta soffrendo a causa dello stesso male. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino