AGORDO - «Ha dissipato il denaro del padre che doveva amministrare e lo ha utilizzato per acquisti di apparecchi tecnologici». Così nella sentenza i giudici del...
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Gli accertamenti scattarono dopo una segnalazione della casa di riposo dove l'anziano era ospite, perché le rette non venivano più saldate. Il Tribunale ha condannato Grava anche al risarcimento di quanto si sarebbe trattenuto: 50mila euro da versare alla parte civile (il padre ora amministrato dall'avvocato Alessandra De Col, costituito nel processo con l'avvocato Marianna Hoffer). La sentenza ha accolto in pieno le richieste del pm Simone Marcon che aveva ritenuto provate le accuse come emerso nel processo che si è concluso ieri mattina. La difesa dell'imputato Grava, affidata allo studio legale Massimo Moretti (ieri in aula l'avvocato Federico Garlet) ha puntato sul capo di imputazione vago e comunque sul fatto che l'accusa non poteva essere peculato, ma appropriazione indebita, chiedendo l'assoluzione.
Il collegio di giudici ha sottolineato invece, nelle motivazioni della sentenza, come Grava fosse pubblico ufficiale in quanto amministratore di sostegno e ciò configurasse in pieno il reato di peculato. Per questo lo ha condannato a 2 anni e 10 mesi, oltre all'interdizione dai pubblici uffici. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino