Ripartenza per dieci discoteche, ma servono 200 lavoratori. Il programma del week end

Ripartenza per dieci discoteche, ma servono 200 lavoratori. Il programma del week end
PADOVA - Il mondo della notte vede la luce. Da venerdì, dopo 56 giorni di chiusura, le discoteche potranno finalmente riaprire le porte. Nel fine settimana dieci locali...

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PADOVA - Il mondo della notte vede la luce. Da venerdì, dopo 56 giorni di chiusura, le discoteche potranno finalmente riaprire le porte. Nel fine settimana dieci locali padovani torneranno ad accogliere i clienti dopo lo stop del “decreto Natale”. Ma non sarà una passeggiata: come raccontano i due storici gestori Andrea Cavinato e Andrea Massaggia, «per riaprire un locale non basta aprire la porta e accendere la luce. Ci aspetta un lavoro enorme». I titolari delle attività corrono contro il tempo per organizzare le serate e procurare le forniture, ma l’impellenza più grande riguarda il personale. Per ripartire serve trovare duecento lavoratori tra musicisti, dj, barman, addetti alla sicurezza e tecnici di vario genere. Parliamo di tutti quei professionisti che negli ultimi due anni si sono dovuti arrangiare in altri modi e che magari hanno deciso di cambiare totalmente vita pur di mantenersi. Ora potranno tornare in pista, letteralmente. 


IL PANORAMA
In provincia di Padova il mondo della notte è grande e variegato. Si contano 27 attività da ballo tra discoteche e balere che danno direttamente lavoro ad almeno 500 persone. Il fatturato annuo va dal mezzo milione al milione di euro in base alla grandezza dell’attività. A queste si aggiungono poi decine di circoli privati legati ad associazioni che propongono musica dal vivo. 


IL CALENDARIO
Venerdì ripartiranno il Q e il Fishmarket a Padova ma anche il Paradiso Latino a Campodarsego e il P.1. di Abano Terme. Sabato toccherà a Extra Extra, Hall e City di Padova, Storya di Santa Giustina in Colle e Radio Londra di Este. Il Black Phanter di Vo, la prima discoteca italiana a chiudere quel maledetto 21 febbraio 2020, ha annunciato una grande serata per sabato 26 febbraio. 
Tra le vittime dei due anni di chiusura troviamo invece lo Showroom di Noventa Padovana (lo stabile di via Noventana ora è totalmente chiuso e il futuro è un grande punto interrogativo) e il Parioli di Montagnana, che per ora organizza solo serate saltuarie nei locali della zona in attesa un giorno di ricominciare per davvero a proporre musica ogni weekend. 


IL SINDACATO
A fare il quadro della situazione è Andrea Cavinato, titolare del Paradiso Latino a Campodarsego e presidente padovano della Silb-Fipe, l’associazione delle imprese di intrattenimento da ballo e spettacolo. «Eravamo stati chiusi oltre un anno, finalmente lo scorso autunno avevamo riaperto e poi alla vigilia di Natale è arrivata una nuova mazzata. Saltare il periodo delle feste di Natale ha comportato una perdita media di 70 mila euro per locale. Ora siamo carichi per la ripartenza, ma ci sono tante difficoltà a partire dalla necessità di trovare subito il personale che inevitabilmente avevamo perso». 
Il suo Paradiso Latino è quasi tirato a lucido: «Sfrutteremo tutte le sale e saremo rigorosissimi nel rispetto delle normative, sarà bellissimo ritrovare i clienti. Ora mi auguro davvero che ognuno torni ai propri ruoli: le discoteche devono fare le discoteche e i bar devono fare i bar. La clientela era migrata nei locali che proponevamo musica, ora siamo pronti a tornare protagonisti noi». 


AL LAVORO
Un altro volto noto della notte padovana è Andrea Massaggia, che venerdì riaprirà le porte del Q e sabato sarà invece all’Extra Extra. «Le brutte sorprese sono sempre dietro l’angolo - scuote la testa - ma questa volta mi auguro davvero che sia una ripartenza definitiva. Ora anche noi dovremmo riformare la squadra: ci manca il 15% del personale, tra i due locali dovremo andare a rimpiazzare complessivamente dieci persone». 


Scalda i motori anche il P.1 ad Abano che sarà aperto venerdì e sabato proponendo due sale con orchestre e dj. Si ripartirà facendo pompare nelle casse anche la musica degli anni Settanta, Ottanta e Novanta. Come se il tempo non fosse mai passato. Come se non ci fossero stati nemmeno gli ultimi due anni di pandemia e chiusure forzate.
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Il Gazzettino