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BELLUNO - «L'anniversario che si celebra domani 9 ottobre è una ferita aperta nella carne della nostra terra. Una ferita che ci impedisce di dimenticare quegli uomini e quelle donne che in un attimo persero la vita». Lo afferma il presidente del Veneto, Luca Zaia, in occasione del 59esimo anniversario del disastro del Vajont, che a Longarone (Belluno) causò la morte di duemila persone.
«Un dramma - prosegue Zaia - che si è esteso a tutti coloro che dopo la tragedia sono sopravvissuti nel dolore per la morte dei congiunti, la perdita di affetti e di beni, nell'incomprensione delle dimensioni dell'accaduto e nella difficoltà di portare avanti una legittima richiesta di giustizia. Da quelle migliaia di morti innocenti non smette di arrivarci un monito affinché l'amministrazione pubblica sia buon governo, capacità di creare condizioni di sicurezza per i cittadini e sia sempre strumento in grado di fornire garanzie di giustizia. La data fornisce a noi amministratori pubblici l'occasione per riflettere su quale deve essere l'impegno responsabile verso i cittadini e il territorio. Se oggi l'attenzione verso l'emergenza idrogeologica, la sensibilità per l'ambiente e il mutamento climatico, sono costante motivo di impegno e confronto, lo dobbiamo anche a chi 59 anni fa rimase vittima di un incauto e incosciente sfruttamento delle risorse - sottolinea - che si si era sforzato di piegare pericolosamente la natura all'interesse dell'uomo».
Zaia esprime quindi «un pensiero al cimitero di Fortogna, il sacrario che raccoglie la memoria delle vittime innocenti.
Il Gazzettino