MIRA - Bambina disabile di Mira aspetta dallo scorso novembre una visita dal neuropsichiatra del servizio dell'età evolutiva del distretto di Camponogara....
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Ancora problemi al distretto di Camponogara per quanto riguarda il servizio dell'età evolutiva. Dopo le proteste dei genitori di Mira, nel giugno 2019, e la lettera-petizione inviata dalla presidente del Consiglio d'istituto al presidente della Regione Luca Zaia, a novembre, per chiedere maggior personale, si lamentano ancora ritardi nelle visite e nelle valutazioni per i bambini diversamente abili o con difficoltà di apprendimento. A farne le spese questa volta è Giulia (nome di fantasia), 9 anni, che frequenta la classe quarta in una primaria di Mira. Per aiutarla nelle difficoltà e per favorire l'integrazione nella classe è seguita da una figura di sostegno. «Dal 2012 è sempre stata seguita dal servizio Età evolutiva del distretto di Camponogara racconta il padre attraverso i follow up degli specialisti e gli incontri periodici con i docenti. Dal 2017 è calato il silenzio. A causa di alcuni pensionamenti e della prolungata assenza di una specialista, il servizio risulta inaccessibile. Sembra che, su disposizione dell'Ulss, le verifiche tra specialisti e scuola siano state limitate ad un solo incontro nel primo anno di ogni ciclo scolastico».
DISAGI E INTERROGATIVI
I genitori della bambina, dopo due anni, hanno chiesto al servizio di Camponogara una visita dal neuropsichiatra, anche per verificare il percorso di crescita, ma sono stati indirizzati a Mirano. «I primi di novembre vengo contattato racconta il padre di Giulia - e mi chiedono di presentare un'impegnativa per una visita neuropsichiatrica, primo accesso, a Camponogara, nonostante la bimba sia seguita da quando aveva 2 anni. Presento una nuova richiesta, con impegnativa, nell'attesa di essere ricontatto per fissare la visita che non è possibile prenotare dal Cup. Qualche giorno fa chiamo per sollecitare ma non riescono a darmi una data indicativa per la prestazione, neppure se tra una settimana, un mese, un anno. A questo punto mi domando: come fa l'Ulss 3 a valutare le singole esigenze dei pazienti o le ore di assistenza a scuola, se non effettua alcun controllo e non sembra conoscere neppure i problemi dei disabili seguiti?».
Luisa Giantin Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino