​La furia dei presidi: «No alle valutazioni con questo sistema»

La furia dei presidi: «No alle valutazioni con questo sistema»
I valutatori per eccellenza non vogliono essere messi sotto esame. «Non in queste condizioni» dicono. Levata di scudi dei dirigenti scolastici veneti contro le linee...

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I valutatori per eccellenza non vogliono essere messi sotto esame. «Non in queste condizioni» dicono. Levata di scudi dei dirigenti scolastici veneti contro le linee guida del Miur per la loro valutazione, come previsto dalla legge 107 del 2015, la cosiddetta norma della Buona scuola. Ora che l'Ufficio scolastico regionale del Veneto, lo scorso 3 marzo, ha inviato la circolare che riguarda questo argomento dicono «basta». Lo fanno attraverso un duro documento stilato dopo la riunione del Consiglio regionale di sabato dell'Anp, l'Associazione nazionale presidi.

L'Anp Veneto ha infatti assunto una posizione dura e invita i presidi a non procedere alla compilazione del Rapporto di autovalutazione inviato dall'Ufficio scolastico regionale e a sospendere ogni altra azione legata alla formazione. Inoltre dice di non procedere, per il momento, con la compilazione del modulo per la rilevazione dei bisogni formativi e a non dare disponibilità a svolgere i compiti indicati.

Paura di essere giudicati? «Assolutamente no - dice Lorenzo Gaggino, presidente dell'Anp Veneto - la 107 prevede la valutazione dei dirigenti scolastici e a noi va bene. Ma la legge è stata svuotata e non possiamo essere giudicati su scelte non nostre. E' impensabile valutare un dirigente scolastico in un quadro di perdurante incertezza e senza fornire adeguati strumenti e risorse». E di fronte alle 42 pagine con le linee guida la nota dell'Anp veneta attacca: «Il Miur continua a chiedere sempre nuovi adempimenti, spesso frammentari e sconclusionati, in un quadro di perenne emergenza e approssimazione con carichi di lavoro inaccettabili».


Ecco qualche esempio delle difficoltà. La chiamata diretta dei prof da parte dei dirigenti non ha funzionato. «Tra mobilità e aspettativa se di dieci insegnanti te ne rimangono due sei fortunato» spiega Gaggino. Non va meglio sul fronte del personale potenziato: «Una scuola fa un piano dell'offerta formativa e poi arrivano i docenti a caso. Se hai bisogno di insegnanti di materie tecnologiche, ti arrivano ad esempio quelli di musica. Perchè bisogna svuotare le graduatorie ad esaurimento». Per non parlare delle chiamate dei supplenti che hanno spinto i presidi a lavorare di fantasia tra annunci su Facebook e inserzioni nei giornali. «Ognuno si è arrangiato come ha potuto - dice il preside - contattando i colleghi di scuole analoghe per chiedere se gli avanzata qualche insegnante, pescando nella rete delle relazioni personali, fino a rivolgersi ai laureandi». A tutto si sommano le reggenze, con dirigenti alla guida di più istituti con migliaia di studenti. «Abbiamo sempre lavorato a testa bassa, ma è ora di alzare la testa: ci è stato chiesto molto in cambio di niente - chiude la nota dell'Anp - Da leali servitori dello Stato abbiamo dato sempre di più: adesso basta».
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Il Gazzettino